La rivoluzione per i Dipartimenti di Medicina e Chirurgia comincia con il nuovo anno accademico. Dopo la riforma che ha abolito i test d'ingresso e istituito il "semestre aperto", prende forma la nuova modalità con cui studenti e studentesse dovranno fare i conti per rimanere nel corso di laurea.
Le tre materie che affronteranno nel "semestre aperto" sono chimica, fisica e biologia. In attesa dei decreti ministeriali, che delineeranno con precisione il funzionamento di questi primi sei mesi, pare ormai certo che ognuno di questi tre insegnamenti avrà un peso specifico di 6 crediti formativi.
Al termine dei corsi, lo studente dovrebbe avere a disposizione due appelli per ciascun insegnamento, a distanza di almeno quindici giorni. Si potrà rifiutare anche un singolo voto e quindi ripetere il test. Ciascuna prova dovrebbe consistere in 31 domande cui rispondere in 45 minuti, verosimilmente in una data unica per tutti gli Atenei.
Così, presumibilmente tra fine Novembre e primi di Dicembre circa 60mila giovani affronteranno le prove, a fronte di 21mila posti disponibili.
"La sbandierata eliminazione del numero chiuso a Medicina, per fortuna, non c'è stata ma si è palesata come un test nazionale basato su argomenti finalmente di natura medica - ha commentato Pierino di Silveiro, segretario di Anaao Assomed - il problema è che questo test viene fatto dopo sei mesi di frequenza: in questo modo si illudono gli studenti che l'ingresso sia libero, quando in realtà è un meccanismo macchinoso e poco trasparente. I nostri complimenti al ministro Bernini, che è riuscita a creare precariato anche negli studenti. Intanto, noi siamo pronti con i ricorsi che fioccheranno inevitabilmente".