Cronaca

Consip, Scafarto nega di aver agito con dolo

Quattro ore di interrogatorio per l'ufficiale del Noe indagato per falso dalla procura di Roma. Il suo legale: "Ha risposto a tutte le domande"

Nel primo interrogatorio il capitano dei carabinieri del Noe di Napoli Giampaolo Scafarto si avvalse della facoltà di non rispondere. Oggi invece, assistito dal suo avvocato Giovanni Annunziata, ha risposto per quattro ore alle domande del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Mario Palazzi, titolari dell'inchiesta su episodi di corruzione in un superappalto da 2,7 miliardi di euro bandito dalla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione.

L'ufficiale ha investigato per mesi sulla gara che ha portato in carcere per corruzione l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo e avvisi di garanzia per rivelazione di segreto d'ufficio al ministro dello sport Luca Lotti e ai generali dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia e Tullio del Sette e per traffico di influenze illecite a Tiziano Renzi, padre del segretario del Pd, al suo amico faccendiere Carlo Russo e all'ex parlamentare di An Italo Bocchino in veste di consulente di Romeo.

Poi, il fulmine a ciel sereno: lo stesso Scafarto è stato indagato dalla procura di Roma per falso ideologico e materiale. L'accusa a suo carico è di aver falsificato in due punti le informative preparate per i pm, attribuendo una frase intercettata al telefono ad Alfredo Romeo mentre fu pronunciata da Bocchino in merito a "un incontro con Renzi" e poi accreditando l'interessamento alle indagini dei servizi segreti.

Oggi Giampaolo Scafarto non ha negato che nei suoi resoconti per i pm ci fossero informazioni inesatte ma ha dichiarato che non sono state state inserite con dolo, cioè con l'intenzione di manipolare o fuorviare le indagini aggravando così la posizione di alcuni indagati, a partire proprio da Renzi senior. La famosa intercettazioni della frase di Bocchino, Scafarto ha dichiarato di non averla ascoltata personalmente ma di averla ripresa dalle trascrizioni in modo errato semplicemente perchè aveva letto male, confondendo fra Bocchino e Romeo.

"Il fatto storico c'é - ha poi spiegato l''avvocato Annunziata  - ma riteniamo che non ci sia dolo e quindi nessun profilo penale. Scafarto ha fatto una ricostruzione dell'attività svolta, spiegandone i metodi". 

Da quando ha ricevuto l'avviso di garanzia, Scafarto è in ferie. Nei prossimi giorni il suo avvocato continuerà a lavorare alla memoria difensiva.