Cronaca

Consip, Alfredo Romeo resta in carcere, per ora

Il Tribunale del Riesame si è riservato di decidere sulla richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali. La decisione entro lunedì

Alfredo Romeo

L'imprenditore è stato arrestato per corruzione nell'ambito di un'inchiesta delle procure di Roma e di Napoli sugli appalti della centrale acquisto dello Stato, la Consip. I titolari delle indagini hanno espresso parere negativo sull'istanza di scarcerazione avanzata dai legali di Romeo e il Tribunale del Riesame si è riservato di decidere entro lunedì prossimo.

La richiesta di scarcerazione di basa su tre elementi: inutilizzabilità delle prove, inattendibilità della confessione resa agli inquirenti dal dirigente Consip Marco Gasparri, la competenza territoriale. 

Per quanto riguarda le prove, i legali di Romeo fanno riferimento ad alcuni appunti ritrovati nel corso dell'indagine in una discarica romana. I 'pizzini', stando a una perizia calligrafica eseguita per conto della difesa, non sarebbero stati scritti da Romeo. Ma le perizie dei tecnici incaricati della procura affermano l'esatto contrario.

Per quanto riguarda l'inattendibilità di Gasparri, i legali di Romeo contestano la mancanza di riscontri oggettivi alla sua dichiarazione di aver incassato da Romeo compensi per centomila euro. Sul fronte della competenza territoriale, i legali dell'imprenditore vorrebbero che l'intero fascicolo venisse trasferito definitivamente da Roma a Napoli.

Nell'inchiesta Consip sono indagati anche il ministro dello sport Luca Lotti per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento e Tiziano Renzi, padre dell ex premier, per traffico di influenze illecite (vedi articoli collegati).

Su L'Espresso on line è stata pubblicata l'anticipazione della seconda parte di un'inchiesta giornalistica sugli appalti Consip che sarà pubblicata in versione integrale domenica prossima, 25 marzo. 

Il nuovo articolo di Emiliano Fittipaldi è incentrato su un esposto presentato proprio da Alfredo Romeo nei mesi scorsi per denunciare alla procura e all'Anac, l'autorità anticorruzione, irregolarità su molti degli appalti dell'ente del Ministero dell'economia. Leggendo l'esposto si evince che Romeo si sentiva vittima di una sorta di complotto ordito a suoi danni dai vertici della Consip, fra cui l'amministratore delegato Luigi Marroni (teste-chiave nelle indagini), per escluderlo dalle aggiudicazioni e favorire altre aziende e in particolare 'le coop rosse' e l'immobiliarista Ezio Bigotti, descritto come 'vicino' al parlamentare di Ala Denis Verdini. 

Interrogato nel dicembre scorso dagli inquirenti, Marroni avrebbe ammesso di aver incontrato alcuni esponenti di società che partecipavano alle gare così come Tiziano Renzi e il faccendiere Carlo Russo, amico di famiglia di Renzi senior e della moglie Laura.