Cronaca

Etruria, la lettera del procuratore a Casini

Nella bufera per l'audizione di giovedì, il procuratore di Arezzo ha scritto al presidente della commissione d'inchiesta: "Ho risposto alle domande"

Avrebbe dovuto essere una lettera riservata ma a metà pomeriggio il contenuto era già noto. Stiamo parlando della missiva inviata al presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche Pierferdinando Casini dal procuratore generale di Arezzo Roberto Rossi, finito nell'occhio del ciclone quando, tre giorni dopo la sua audizione di giovedì scorso davanti alla commissione, alcuni mezzi di informazione  hanno diffuso la notizie che Pierluigi Boschi, ex vicepresidente di Banca Etruria e padre della sottosegretaria Maria Elena, è indagato anche nel filone d'inchiesta sul reato di falso in prospetto, ovvero sulle obbligazioni vendute ai risparmiatori di Banca Etruria senza un'adeguata informazione sui rischi che correvano. Particolare che, nell'audizione, a quanto pare non sarebbe emerso.

Nella lettera a Casini, inoltrata per conoscenza anche agli altri membri della commissione, il procuratore Rossi sostiene di aver risposto correttamente a tutte le domande e che, per quelle che riguardavano Pierluigi Boschi, di aver precisato che non è fra gli ex vertici dell'istituto rinviati a giudizio. Rossi però ricorda anche di aver annuito quando gli è stato chiesto se Boschi o altri potrevano essere indagati. Rossi nella lettera sottolinea di aver chiesto la secretazione della parte dell'audizione riguardante il reato di falso in prospetto proprio perchè sono ancora in corso le indagini preliminari.

"La lettera di Rossi chiarisce quel che avevo bisogno di chiarire - ha commentato il presidente Casini - Adesso ho capito". Dopo di che Casini ha annunciato che l'ufficio di presidenza della commissione domani valuterà se convocare di nuovo Rossi per un'altra audizione.