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"Etruria? Non confondiamo i ladri con le guardie"

Lo ha dichiarato Pierferdinando Casini, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, dopo l'audizione del procuratore Rossi

Pierferdinando Casini

Le dichiarazioni rilasciate ieri sul crac di Banca Etruria e sull'attività svolta dagli organi di vigilanza dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi, in audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche (vedi qui sotto l'articolo collegato), hanno accentuato lo scontro in corso da mesi fra il segretario del Pd Matteo Renzi e la Banca d'Italia. 

"I fatti dimostrano che avevamo ragione, ci sono incongruenze da parte di Bankitalia, il Pd ne esce a testa alta, Boschi deciderà se fare querele" ha tuonato Renzi mentre dal canto suo la Banca d'Italia ha smentito di aver mai caldeggiato la fusione fra Banca Etruria e la Banca popolare di Vicenza come ha fatto rilevare in audizione il procuratore Rossi: "Banca Etruria non fu commissariata per la mancata fusione con la popolare di Vicenza - si legge in una nota di Bankitalia - ma in quanto furono rilevate gravi perdite patrimoniali (tali da portare il patrimonio significativamente al di sotto dei minimi regolamentari) e irregolarità".

Sulla vicenda è intervenuto oggi il presidente della commissione parlamentare Pierferdinando Casini cercando di placare gli animi. "Siamo tutti sufficientemente intelligenti da non confondere i ladri con le guardie - ha detto Casini - Cerco di tenere la commissione al riparo dalle polemiche e di legarla ai fatti. I fatti sono che le cose non hanno funzionato come dovevano; d'altronde se avesso funzionato a pennello non ci sarebbe stata una commissione d'inchiesta". 

Un ragionamento che non fa una grinza.