Cronaca

Il presidente di Consip interrogato dai pm

Luigi Ferrara è stato ascoltato per un'ora e mezzo come testimone nell'ambito delle indagini sugli appalti della Consip e le fughe di notizie

Continuano a sfilare testimoni eccellenti davanti ai titolari delle indagini della procura di Roma sugli appalti della Consip, la centrale acquisti dello Stato. E dopo l'amministratore delegato dell'ente, Luigi Marroni, oggi è stata la volta del presidente, Luigi Ferrara, arrivato intorno alle 16 nella sede di piazzale Clodio e uscito circa due ore dopo.

Al termine dell'incontro con gli inquirenti, Ferrara non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai mezzi di informazione.

L'inchiesta sugli appalti Consip, condotta dalla procura di Roma in collaborazione con quella di Napoli, ha due filoni principali: il primo riguarda episodi di corruzione e turbativa d'asta consumati nell'ambito di alcuni mega-appalti. Il secondo è stato aperto a seguito delle numerose fughe di notizie che si sono verificate sulle indagini fin dall'estate scorsa, ostacolando il lavoro degli inquirenti.

Ferrara è stato ascoltato in veste di testimone proprio su questo secondo filone. Nel dicembre scorso infatti l'ad Marroni, convocato davanti ai pm dopo aver ordinato la bonifica del suo ufficio dai microfoni nascosti installati dalla Guardia di Finanza, rivelò di aver saputo dell'esistenza dell'inchiesta e di avere telefoni e ufficio sotto controllo da almeno quattro persone. Fra queste c'era anche Ferrara che, a sua volta, gli disse di averlo saputo dal comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette.

Nell'inchiesta sugli appalti Consip è stato arrestato per corruzione l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Stessa accusa a carico di un funzionario della Consip, Marco Gasparri, reo confesso.

Sono invece indagati per rivelazione di segreto d'ufficio il ministro dello sport Luca Lotti e i generali dei Carabinieri Tullio Del Sette e Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana.

Il capitano Giampaolo Scafarto del Noe di Napoli è accusato di falso ideologico e materiale. Il numero due del Noe Alessandro Sessa di depistaggio.

Sono infine indagati per traffico di influenze illecite Tiziano Renzi, padre dell'ex premier e oggi segretario del Pd Matteo, il suo amico faccendiere Carlo Russo, l'ex parlamentare di An Italo Bocchino, consulente di Romeo.