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La Consulta boccia il referendum sull'art.18

La Corte ha dichiarato inammissibile il quesito dellla Cgil. Via libera a quelli sui voucher e la responsabilità in solido di appaltante e appaltatore

Dopo due ore di camera di consiglio, i giudici costituzionali hanno respinto il referendum proposto dalla Cgil per abrogare le modifiche allo Statuto dei lavoratori - inserite nel Jobs Act dal governo Renzi - che avevano cancellato la possibilità di reintegro in azienda per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Nel quesito peraltro la Cgil chiedeva anche di ampliare la tutela reintegratoria in caso di licenziamento illegittimo a tutte le aziende con più di cinque dipendenti. Ed è probabilmente questa seconda parte del quesito ad aver innescato il parere negativo della Consulta.

Sono stati invece ammessi alla possibilità di referendum gli altri due quesiti presentati dalla Cgil, quello che punta ad eliminare i voucher e quello sulla responsabilità in solido degli enti appaltanti e delle aziende appaltatrici nei confronti dei lavoratori in caso di violazioni. Entrambe le questioni potrebbero però essere superate dal Parlamento con nuove leggi senza la necessità di indire i referendum.

La segretaria della Cgil Susanna Camusso ha annunciato che il sindacato sta valutando di impugnare la sentenza della Consulta sull'art.18 davanti alla Corte Europea.

Un'altra udienza cruciale della Corte Costituzionale è attesa per il 24 gennaio, data in cui è stato fissato il pronunciamento sulla costituzionalità dell'Italicum, la legge elettorale del governo Renzi che prevede l'elezione della sola Camera e che quindi è stata superata da No alla riforma costituzionale sancito dal voto referendario del 4 dicembre scorso.