Politica

"Non si contempla decadenza per l'ad di Consip"

Lo ha detto il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan rispondendo alle interrogazioni di Sel e Forza Italia sul caso Consip e l'ad Luigi Marroni

Il ministro Pier Carlo Padoan

Il 15 marzo sarà discussa in Senato la mozione di sfiducia contro il ministro Luca Lotti presentata dal Movimento 5 Stelle per il suo coinvolgimento nell'inchiesta delle procura di Napoli e Roma sugli appalti della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. Lotti è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio. 

In vista della seduta, sulla stampa nazionale si è parlato insistentemente dell'eventualità che Lotti rimanga al suo posto (anche perchè diranno sì alla mozione sono i 5 Stelle, la Lega e Fratelli d'Italia) e che venga invece rimosso dal suo incarico l'amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, ex assessore alla salute della Regione Toscana e testimone-chiave nell'inchiesta Consip.

E' stato proprio Marroni a dichiarare agli inquirenti aver ricevuto pressioni per influenzare l'esito degli appalti da Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, e da Denis Verdini tramite il faccendiere Carlo Russo. Marroni ha raccontato anche  di essere stato messo a conoscenza dell'indagine e che i suoi telefoni era stati messi sotto controllo dal comandante della Legione Toscana dei Carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia, anche lui indagato per rivelazione di segreto d'ufficio. (vedi articoli collegati)

Oggi il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, da cui dipende l'ente diretto da Marroni, rispondendo a un'interrogazione di Forza Italia e di Sel ha dichiarato che "l'ad di Consip non si trova in una condizione per la quale lo statuto della società contempli la decadenza".

L'azzeramento dei vertici di Consip è anche una delle richieste più pressanti avanzate da alcune forze di opposizione come la Lega nord. Ma Marroni, almeno per ora, resta al suo posto e, nei prossimi giorni, sarà interrogato dall'avvocato di Tiziano Renzi che lo ha citato come teste anche della difesa.

Sulle fughe di notizie sull'inchiesta Consip, la procura di Roma ha aperto un'inchiesta. Iniziativa che ha riscosso il plauso del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini. "Siamo di fronte a un caso eclatante che rischia di minare la credibilità degli organi inquirenti - ha dichiarato Legnini - Il Csm non può ignorare il ripetersi di tali episodi".