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Le priorità di Governo secondo gli italiani

Centrali il contenimento dell'inflazione e del costo della vita e gli investimenti nella sanità. I risultati di un sondaggio dell'istituto Demopolis

Dal contenimento dell'inflazione alla riduzione della pressione fiscale. Da una indagine condotta dall'istituto Demopolis su un campione nazionale di 2.000 intervistati, statisticamente rappresentativo della popolazione maggiorenne, emergono i temi che, secondo gli italiani, dovrebbero essere prioritari nell'agenda di Governo del 2024.

Il contenimento dell'inflazione e del costo della vita trovano il primo posto per l'80 per cento degli intervistati, seguiti dagli investimenti nella sanità e dalla riduzione della pressione fiscale, temi citati da 2 intervistati su 3. 

Oltre la metà del campione, pari al 58% degli intervistati, ritiene prioritarie anche le politiche per l’occupazione, seguite dalla sicurezza urbana (53%) e dagli investimenti nella scuola (51%).

I risultati del sondaggio mostrano come sono cambiate le priorità degli italiani. Cinque anni fa, infatti, gli intervistati avevano messo al primo posto le politiche per l'occupazione. “L’emergenza Covid prima, le guerre e i problemi dell’energia dopo – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento - hanno modificato significativamente l’agenda di Governo dei cittadini. A scapito delle politiche per l’occupazione, che erano al primo posto nel 2019, la prima posizione viene conquistata oggi dal contenimento dei prezzi e dell’inflazione”. 

Negli ultimi 5 anni è cresciuta anche l’esigenza di investimenti nella sanità, passata dal 52% al 67%. Ma il cambiamento più netto riguarda il tema dell’immigrazione che nel 2019 rappresentava una priorità per il 70% degli italiani e che oggi è citato da 4 intervistati su 10.

A meno di 5 mesi dalle elezioni Europee, secondo l’analisi dell’Istituto Demopolis, sono le questioni economiche a risultare centrali nelle preoccupazioni dell’opinione pubblica: per appena un italiano su 6 la situazione economica del Paese è destinata a migliorare nei prossimi mesi. Il 35% immagina invece un peggioramento del quadro economico. Per la maggioranza relativa, poco meno della metà degli intervistati, lo scenario è destinato invece a rimanere sostanzialmente invariato.