Che i mandati dei sindaci siano limitati, nei comuni con oltre 5mila abitanti, "non è manifestamente irragionevole". Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che con una propria sentenza ha di fatto "salvato" le disposizioni del decreto legge 7/2024 con cui era stato stabilito il differenziamento dei limiti ai mandati dei primi cittadini.
Con tale decreto legge, infatti, era stato deciso che per i sindaci dei comuni con meno di 5mila abitanti non ci sono limiti alla rielezione, mentre è stato portato a tre mandati consecutivi il massimo per i comuni tra 5mila e 15mila abitanti. Per i comuni con più di 15mila abitanti, invece, resta il limite di due.
Tre scaglioni che la Consulta ha riconosciuto come validi nei confronti delle questioni di legittimità costituzionale avanzate dalla Liguria. La Regione, infatti, riteneva che il decreto legge violasse alcuni principi costituzionali, vincolando il limite alle dimensioni demografiche dei comuni stessi. L'obiettivo, di fatto, era quello di rimuovere il limite dei due mandati anche per i sindaci di comuni con più di 15mila abitanti.
Un tentativo di riforma di cui si è parlato spesso e che non era stato escluso per il futuro dopo l'approvazione del decreto legge 7/2024. Ma che, adesso, diviene impossibile: la Corte costituzionale, infatti, ha sancito come la scelta del legislatore sia "idonea a bilanciare l’elezione diretta del sindaco con l’effettiva par condicio tra i candidati, la libertà di voto dei singoli elettori e la genuinità complessiva della competizione elettorale, il fisiologico ricambio della rappresentanza politica e, in definitiva, la stessa democraticità degli enti locali".