Lavoro

Denuncia Fiom: "Alla Sabo primi effetti Jobs Act"

L'azienda di Vicchio ha chiesto ai 35 dipendenti di tagliarsi il 50% delle indennità per mantenere il posto di lavoro. I sindacati: "E' un ricatto"

Foto da www.radiomugello.it

Dal 2010 ha iniziato il ricorso agli ammortizzatori sociali. Ma ora, di fronte alla perdurante crisi economica, ha fatto sapere che per andare avanti con l'attività necessita di ridurre in maniera strutturale i costi di produzione per un importo pari alla retribuzione di dieci dipendenti

E così la Sabo, azienda di Vicchio controllata dalla commerciale bolognese Roberto Nuti Spa e produttrice di ammortizzatori per veicoli industriali che conta ad oggi 35 dipendenti, ha chiesto loro di tagliare il 50% delle indennità per salvare il posto

Lo comunica una nota della Fiom Firenze il cui segretario Daniele Calosi denuncia quello che definisce "un vero e proprio ricatto" nonché "un effetto del Jobs Act sul demansionamento prima ancora del voto di fiducia". 

Le tute blu della Cgil spiegano quindi che nella trattativa aperta i lavoratori sarebbero disponibili a rinunciare alle maggiorazioni salariali derivanti dalla contrattazione di secondo livello e ad aprire alla turnazione, ma all'azienda questo non sarebbe bastato.

Se gli stipendi sono troppo alti, conclude Calosi rendendo note le buste paga dei dipendenti di poco superiori ai 1.200 euro netti, "vorrà dire che da domani chiederemo ai lavoratori di fare volontariato alle aziende. In cambio però vorremmo che le controparti ricambino la trasparenza dimostrata dai lavoratori".