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''Un censimento degli ex precari in sanità''

Lo ha chiesto all'unanimità il Consiglio regionale all'assessore Marroni per risolvere l'enorme mole di contenziosi creati da un vuoto normativo

Sono oltre quattrocento, secondo una prima stima, i lavoratori toscani che hanno lavorato con ‘contratti a convenzione’ nel servizio sanitario toscano fino al 1985 per poi essere inquadrati negli organici regionali senza il riconoscimento degli anni pregressi ai fini dell’anzianità di servizio.

La legge del 1985 che ha permesso di sanare una serie di posizioni  fino a quel momento ambigue come psicologi, psichiatri, assistenti sociali, logopedisti, fisioterapisti, logopedisti, medici igienisti ma non ha disposto alcuna norma sul fronte previdenziale. Un vuoto che ha generato applicazioni disomogenee della legge in tutta Italia e un enorme contenzioso di fronte alla magistratura con esiti molto diversi  seconda dei casi e quindi un’incredibile disparità di trattamento.

Per questo il Consiglio regionale toscano, all’unanimità, ha approvato una mozione, che impegna la Giunta regionale a fare un censimento capillare per conoscere il numero esatto dei lavoratori interessati ed a ricercare le soluzioni più opportune a questo problema, sia in sede governativa che di Conferenza Stato-Regioni. 

La mozione è stata presentanta dai consiglieri Marco Manneschi, Marta Gazzarri e Giuliano Fedeli del gruppo Toscana civica riformista, ai quali si sono poi aggiunti Stefano Mugnai (Forza Italia) e Mauro Romanelli (gruppo Misto).

Nel testo si sottolinea che la ricostruzione della situazione contributiva e dell’anzianità a fini pensionistici, trattandosi di personale con molti anni di servizio, potrebbe accorciare i tempi del pensionamento per molti di questi addetti, producendo un esodo consistente,  risparmi per la Regione e la possibilità di nuove assunzione. Tra le soluzioni possibili anche il riscatto a carico del lavoratore o parzialmente a carico del datore di lavoro oppure l’applicazione delle norme precedenti alla riforma Fornero.