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Sanità, la riforma è più veloce del referendum

L'assessore regionale Saccardi in commissione: "Tra un mese il testo sarà pronto e verrà approvato entro l'anno". Così si eviterà la consultazione

E' un cronoprogramma a tappe forzate quello illustrato dall'assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi per far approvare la legge di riforma della sanità che di fatto andrà a sostituire quella approvata alla fine della scorsa legislatura. 

I Consiglieri regionali e la Giunta lavoreranno giorno e notte per ascoltare in audizione tutti gli operatori del settore e limare un testo che nelle sue linee generali ricalcherà quello precedente: le Asl verranno ridotte da 12 a 3 e saranno guidate da un direttore generale, un direttore sanitario e un direttore amministrativo.

Per evitare però di creare una platea di mini direttori generali per gestire il territorio, sarà fondamentale la pianificazione. Ed è su questo che si concentreranno Giunta e Consiglio. La gerarchia che si verrà a creare è questa: la Regione, in base al piano sanitario e sociale, darà le linee guida che verranno recepite dalle Aree vaste che programmeranno gli interventi attraverso piani attuativi locali o, in presenza di aziende universitarie, in piani attuativi ospedalieri. 

Per quanto riguarda la prevenzione, invece, l'idea è quella di evitare eccessivi accentramenti, creando invece 3 dipartimenti distinti, uno per Area vasta.

La nuova riforma porterà all'abrogazione della legge 28 e della 40 e in questo modo i presupposti del referendum promosso da tutte le forze d'opposizione e dai comitati verranno meno. 

"Non vedo da nessuna parte il pericolo che con questa legge si vada a privatizzare la sanità toscana - ha detto Saccardi - C'è chi dice 'no' e raccoglie le firme per abrogare la legge, c'è chi prova a dare una risposta ai problemi delle persone. Facciamo due mestieri diversi". 

"Stiamo parlando di un settore che gestisce 7 miliardi l'anno su 8 - ha aggiunto il presidente della commissione Stefano Scaramelli -. Non credo si possa risolvere la complessità chiedendo di esprimersi con un sì o un no sulla riforma. Meglio il confronto con le opposizioni in aula".

"Il confronto vengano a farlo nelle piazze davanti ai cittadini - ha risposto il vicepresidente della commissione Stefano Mugnai -. L'importante è che il Pd e la Giunta permettano ai toscani di decidere con il referendum, ma già so che non lo faranno".