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Il Covid non ferma i donatori di sangue in Toscana

Una flessione nel primo periodo in cui l'epidemia ha interessato la Toscana ma le scorte sono state recuperate grazie alla disponibilità dei donatori

Dal Festival della Salute 2020 in corso a Siena Simona Carli, direttore del Centro regionale sangue ha fatto il punto sulle scorte registrate nei mesi di inizio pandemia e la risposta dei donatori toscani.

“Il primo problema - ha detto  la dottoressa Simona Carli - è stato dare risposte alle necessità di sangue che già c’erano prima della pandemia, a cui si sono aggiunte quelle del durante e del dopo. Eravamo pronti a gestire un crollo delle donazioni che per fortuna non c’è stato. Possiamo contare su un elevato numero di donatori periodici e questo ci ha permesso di reggere la botta iniziale che inevitabilmente c’è stata. Ma la risposta dei nostri donatori è stata imponente".

"Un secondo problema - ha aggiunto - è stato infatti poi la gestione del grande afflusso di nuovi donatori che si sono mossi dopo la prima ondata. Abbiamo dovuto spiegare di rinviare le donazioni per poterle meglio gestire in base al fabbisogno di sangue. Abbiamo imparato a usare la tecnologia per effettuare prenotazioni online e per gestire le scorte strategiche, che sono molto utili. Diciamo che tra i vari aspetti negativi del covid, quello dell’implemento dell’uso della tecnologia è un aspetto positivo che ha portato vantaggi che ci ritroveremo in futuro”.