Dichiarati marito e moglie, il coniuge straniero otteneva il permesso di soggiorno e così poteva rimanere in Italia. Tutto finto, e a smantellare la presunta associazione per delinquere ci ha pensato un'indagine dei carabinieri della compagnia di Orvieto che ha portato all'iscrizione di 13 persone nel registro degli indagati e all'esecuzione di misure cautelari fra Toscana, a Siena, e Umbria fra Terni e Perugia.
Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero costituito una presunta associazione per delinquere dedita "in maniera sistematica" all'organizzazione e realizzazione di matrimoni fittizi tra italiani ed extracomunitari, in prevalenza nord africani. Obiettivo: far avere al coniuge straniero il permesso di soggiorno quinquennale.
Tra i reati contestati figura la falsità ideologica in atto pubblico, motivata con l'aver richiesto le pubblicazioni matrimoniali in assenza di legame affettivo (la cosiddetta affectio coniugalis), unicamente per procurare agli stranieri la regolarizzazione della propria posizione sul territorio italiano.
Un 40enne di nazionalità tunisina è finito in arresto: è ritenuto al vertice dell'organizzazione. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per tre donne e un uomo di età compresa tra 25 e 43 anni dimoranti tra le province di Terni e Siena.
Le indagini sono iniziate dalla denuncia sporta da un uomo di origini maghrebine. Secondo quanto ricostruito, le persone extracomunitarie avrebbero versato al sodalizio somme superiori ai 10mila euro. Le nozze venivano celebrate a Chiusi nel Senese e a Fabro in provincia di Terni con cittadini italiani.