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​Hackerare il cancro per combatterlo, in Toscana si può

La medicina affila le armi contro i tumori. Dall'oncologia senese una strategia per aumentare l'efficacia dell'immunoterapia

“Hackerare” il tumore per renderlo visibile al sistema immunitario. È questa la strategia per aumentare il livello di efficacia dell’immunoterapia nella cura del cancro. A discuterne, grazie alla supervisione del professor Michele Maio, direttore del CIO-Centro di Immuno-Oncologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, ordinario di Oncologia dell’Università di Siena e presidente di Fondazione NIBIT, sono stati i principali esperti mondiali nel campo dell’immuno-oncologia riuniti nei giorni scorsi a Siena per la VII edizione del “Think Tank: a vision of I-O. Call for actions” organizzata dalla Fondazione NIBIT in collaborazione con due eccellenze internazionali come il Parker Institute for Cancer Immunotherapy e il World Immunoterapy Council.

"L’immunoterapia da alcuni anni è diventata la quarta strategia di trattamento dei tumori dopo chirurgia, radioterapia e chemioterapia – spiega il professor Michele Maio -. Nonostante sia utilizzata sempre di più con successo nella cura nella maggior parte delle neoplasie, da sola o in combinazione anche con farmaci chemioterapici, non tutti i pazienti riescono a trarne beneficio. Per questa ragione la ricerca da tempo sta indagando le ragioni di questa parziale o mancata risposta".

Uno dei motivi del fallimento è dovuto alla capacità del tumore di “nascondersi” agli occhi del sistema immunitario. Ecco perché oggi più che mai, per gli specialisti toscani, è fondamentale trovare il modo di rendere le cellule cancerose visibili al nostro sistema di difesa. Una delle strategie che si sta facendo sempre più strada a tale scopo prevede la modificazione dell’epigenoma del tumore.

L’idea di utilizzare questo approccio è nata proprio grazie ai pionieristici studi del gruppo di ricerca del professor Maio. A testimonianza della bontà di questa strategia, recentemente gli scienziati della Fondazione NIBIT, coordinati dalla professoressa Anna Maria Di Giacomo dell’Immunoterapia Oncologica dell’Aou Senese, hanno pubblicato sulla rivista Nature Communications i risultati dello studio clinico NIBIT-M4. Attualmente la ricerca, come raccontato durante l’evento da poco conclusosi, sta percorrendo sempre di più questa strada con l’obiettivo di rendere più efficace l’immunoterapia, anche nei pazienti che non hanno risposto ad un precedente trattamento immunoterapico.