La donna, una 26enne cinese, è stata obbligata a lavorare portandosi a presso il figlio neonato.
La donna sarebbe stata in maternità, ma il datore di lavoro, una donna cinese di 45 anni, la costringeva a lavorare.
Nel corso dell'ispezione, i militari hanno accertato anche che la titolare cinese aveva impiegato alle proprie dipendenze un lavoratore extracomunitario privo di regolare permesso di soggiorno.
La ditta è considerata un luogo potenzialmente insalubre per il minore.
I macchinari stessi all'interno della fabbrica sarebbero privi dei requisiti di legge per la sicurezza. La proprietaria è stata denunciata per questo e anche per non aver comunicato agli enti preposti l'assunzione di tre lavoratori occupati in nero su nove impiegati.
All'interno dell'azienda non era mai stata effettuata la valutazione del rischio e non era stato nominato il responsabile del servizio di prevenzione e protezione.