L'udienza preliminare per l'inchiesta sull'attentato dinamitardo, che il 23 dicembre del 1984 causò la morte di 16 persone che viaggiavano da Napoli a Milano sul rapido 904, si è aperta questa mattina nell'aula bunker del tribunale di Firenze.
Senza però che l'unico imputato per la strage, il boss Totò Riina, accusato di essere il "mandante determinatore e istigatore" dell'attentato, fosse presente come previsto in video collegamento.
Il difensore di Riina, l'avvocato Luca Cinferoni ha fatto sapere che il boss "non sta bene". Nessun dettaglio "La linea è quella della riservatezza - ha detto Cianferoni si giornalisti al di fuori del Tribunale - e intendo mantenerla, ma posso assicurare che di salute non sta affatto bene.
Per la "Strage di Natale" in passato sono già stati condannati il mafioso Pippo Calò e i suoi aiutanti Guido Cercola, Franco Di Agostino e l'artificiere tedesco Friedrich Schaudinn.
Il Tribunale ha già fissato la nuova udienza per Totò Riina davanti al Gup per il 17 giugno.
L'esplosione sul rapido 904 è avvenuta all'altezza della Grande Galleria dell'Appennino in località Vernio ed è stata causata da un'ordigno piazzato sul treno durante la sosta nella stazione di Santa Maria Novella.