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Strage del rapido 904, l'appello riparte da capo

Il processo, che vede come unico imputato Riina, è stato rinviato a data da destinarsi per il pensionamento del presidente della corte Giardina

Occorrerà ricominciare da capo il processo d'appello a Firenze per la strage del rapido 904 che vede come unico imputato Totò Riina. 

La corte, nell'udienza di oggi, stabilito il rinvio per consentire il completo svolgimento della nuova istruttoria, che l'attuale collegio giudicante non avrebbe potuto portare avanti a causa dell'imminente pensionamento del giudice Salvatore Giardina. 

Totò Riina in questo processo era stato assolto in primo grado, sentenza avverso la quale la pm Angela Pietroiusti aveva deciso di ricorrere in appello. 

Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio a data da destinarsi è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all'articolo 603 del codice di procedura penale - riforma Orlando - che impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell'istruttoria.

Riina si era predisposto a seguire l'udienza in barella, in videoconferenza dal carcere di Parma dove si trova detenuto.

Accanto a lui, in collegamento dal penitenziario, anche il suo legale Luca Cianferoni. Per la strage del Rapido 904, nella quale trovarono la morte 16 persone e 260 rimasero ferite, ci furono a suo tempo condanne, tra cui quella si Pippo Calò, uno dei fedelissimi del boss Riina.

Sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che era stato deciso di interrogare in appello.