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Terzo settore, riforma appesa a un filo

Grido d'allarme del presidente del Cesvot, Federico Gelli: "Gli emendamenti al Senato rischiano di snaturare la legge e penalizzare i piccoli centri"

Dopo l'approvazione della riforma alla Camera si pensava che anche il percorso a palazzo Madama sarebbe stato agevole. Invece la decisione della presidente della commissione Affari istituzionali, Anna Finocchiaro, di allungare fino al 7 settembre scorso il tempo per la presentazione degli emendamenti ha di fatto insabbiato il disegno di legge delega al Senato.  

La comparsa di 700 emendamenti, di cui molti a firma del relatore in commissione Affari istituzionali a palazzo Madama, Stefano Lepri rischia di snaturare la riforma. Questo almeno secondo il deputato Pd e presidente del Cesvot, Federico Gelli che ha organizzato a Firenze un convegno nazionale proprio per ragionare degli effetti di questi emendamenti sulla legge.

All'incontro hanno partecipato Luigi Bobba sottosegretario Ministero del Lavoro, Donata Lenzi deputata e relatrice alla Camera della riforma del Terzo settore, e i rappresentanti di decine di associazioni.

"Il senatore propone di slegare i centri di servizio per il volontariato dalla loro dimensione territoriale,  mettendoli in competizione l'uno con l'altro - ha spiegato Gelli - questo però innescherebbe un meccanismo di concorrenza che finirebbe per penalizzare i centri più piccoli".

Le associazioni poi, se passassero gli emendamenti Lepri, non potrebbero più erogare finanziamenti diretti  e quindi allestire progetti di volontariato. 

Ad oggi in Italia operano 6 milioni circa di volontari. I centri servizi di volontariato sono 74 e nel 2013 hanno offerto servizi a 43mila organizzazioni e 23.364 cittadini, oltre a 29mila ore di formazione.