Lavoro

24mila braccianti stranieri nelle campagne toscane

L'agricoltura ha fame di manodopera, così ricorre all'impiego di immigrati che garantiscono circa 3 milioni annui di giornate di lavoro

Nelle campagne toscane, una carica di braccianti stranieri: sono quasi 24mila i lavoratori immigrati impiegati regolarmente in filiere agricole che tra l'altro garantiscono la produzione dei prodotti d'eccellenza made in Tuscany, tra vino e olio, frutta di pregio e quant'altro.

Complessivamente, un prodotto agricolo su due passa per mani straniere, con la manodopera non italiana che assicura qualcosa come 3 milioni annui di giornate di lavoro.

"I numeri sono chiari: il 53% delle aziende agricole toscane - afferma l'associazione dei consumatori Aduc - ricorre a manodopera straniera, soprattutto nei periodi di raccolta primaverile ed estiva. Quasi un'azienda su due si trova in carenza di personale". 

Unioncamere prevede per il 2024-2028 un fabbisogno del 31% di lavoratori immigrati sul totale necessario, la percentuale più alta d'Italia. Gli stranieri occupati in agricoltura rappresentano il 42,5% del totale, producendo il 15,7% del Pil del settore.

"Ma dietro l'etichetta dell'eccellenza si nasconde spesso un sistema di sfruttamento consolidato", sottolinea Aduc che ripercorre alcune delle operazioni delle forze dell'ordine che hanno portato anche ad arresti. 

Non solo: "Gli infortuni raccontano la pericolosità del lavoro: tra il 2016 e il 2021 l'Inail ha registrato oltre 17mila denunce in agricoltura, di cui il 26% riguardava lavoratori non italiani. Nel 2021, su 9 morti sul lavoro nel settore agricolo toscano, due erano di origine immigrata", afferma Aduc.