E' conto alla rovescia verso il ponte dell'Immacolata che apre ufficialmente la corsa agli addobbi natalizi della tradizione. In quasi 9 case toscane su 10 (88%) troverà posto l'albero di Natale, tra chi si indirizzerà verso la scelta green dell’abete vero, soprattutto tra i giovani, e chi sceglierà quello di plastica.
E' un’indagine Coldiretti Toscana e Ixè a rilevare la tendenza nella terra che è capitale degli abeti natalizi: se ne coltivano circa 3 milioni, in particolare nei vivai aretini del Casentino e della Valtiberina, oltre che della montagna pistoiese.
Tra chi farà l’albero a scegliere quello vero è il 15%, percentuale che raddoppia nella fascia tra i 18 e i 34 anni a testimonianza di una sensibilità emergente verso un Natale più sostenibile. L’albero di plastica resta la soluzione più gettonata, ma implica alti costi ambientali: "L’abete finto - spiega Coldiretti Toscana - impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente e per produrlo vengono rilasciati nell’atmosfera tra i 40-60 kg di CO2. Al contrario la coltivazione di un albero naturale sottrae 47 grammi di CO2 dall’atmosfera".
La spesa media per l’albero di Natale sarà quest’anno di 42 euro a famiglia. Per quello vero si va dai 20/30 euro per le piante più piccole fino ai 150 o addirittura 200 per le specie più alte. Le varietà principali in vendita sono l’Abete rosso e la Normandiana, mentre più raro da trovare sui banchi è l’Abete bianco.
"L’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente poiché è coltivato soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono – rileva Coldiretti Toscana - e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi. Il consiglio al momento della scelta è quello di verificarne la certificazione presente sul cartellino, preferendo quelli di origine italiana, magari acquistati direttamente dai vivaisti".
Secondo una stima Coldiretti Toscana, la produzione di alberi di Natale è in leggera crescita rispetto allo scorso anno, anche se si fanno sentire gli effetti dei cambiamenti climatici. I sempre più frequenti periodi di siccità colpiscono le produzioni, messe a rischio anche dal fenomeno delle precipitazioni violente che sta caratterizzando gli ultimi periodi. L’aumento delle temperature porta poi le piantagioni a spostarsi sempre più verso le montagne. Ma un ulteriore fattore con cui i vivaisti devono confrontarsi è l’anticipo del Natale, con la richiesta di alberi che parte già dalla fine di Novembre.
La coltivazione degli abeti
La coltivazione è storicamente legata alla Toscana, con una tradizione che parte da lontano, legata spesso alla storia di piccoli borghi e località remote, portata avanti dalle nuove generazioni che hanno ereditato da nonni e genitori la passione per questa coltivazione arborea diventata un pilastro economico, sociale ed ambientale delle comunità montane.
Gli abeti utilizzati come ornamento natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche mentre il restante 10% (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”, diradamenti o potature indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco.
Gli abeti ad uso natalizio vengono coltivati come una qualsiasi altra pianta ornamentale, sono commercializzati al 4°-5° anno di coltivazione, con taglie tra i 1,20-1,80 metri e provengono da vivai autorizzati dalle regioni con apposita iscrizione. Ogni singolo abete è accompagnato da cartellino identificativo riportante i dati dell’impresa produttrice con il relativo codice di autorizzazione, oltre alla dicitura che trattasi di soggetti "non per uso forestale".
Albero green, la gestione domestica
Il consiglio della Coldiretti è quello di sistemare l’albero di Natale in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni e al riparo da correnti d’aria o folate di vento, per la vicinanza a porte e finestre.
Meglio poi non spruzzare neve sintetica perché l’albero e vivo e respira. La terra nel vaso va mantenuta umida, ma non eccessivamente bagnata, con l’utilizzo di un nebulizzatore.
Al termine delle festività, se non ci sono le condizioni per piantare l’albero in giardino, si può cercare un centro di recupero, presente in alcuni vivai, ma anche nei Comuni e presso la Forestale che quando è possibile provvedono a ripiantarli in ambienti adatti.
Il boom degli addobbi naturali
Quest’anno l’addobbo natalizio vira sul green, sostituendo la plastica con elementi naturali per sostenibilità e risparmio.
Si va dall’uso della frutta come mele rosse, gialle e verdi che danno colore, o anche arance, limoni, mandarini e clementine forati al centro per evitarne la muffa, frutta secca tipo castagne, noci e nocciole, biscotti fatti in casa, prodotti dell’orto quali peperoncini, pomodorini e fili di zucca, oltre a sculture di pane e marzapane e pigne colorate a piacimento.
Queste decorazioni uniscono creatività e tutela ambientale, evitando sfere artificiali, lampadine e fili plastici.