Attualità

Cresce l'indebitamento delle famiglie toscane

Nel contesto di un'economia che decelera, i consumi non sono diminuiti. L'aggiornamento congiunturale stilato dalla Banca d'Italia

Cresce l'idebitamento delle famiglie toscane, sospinto dalla dinamica di prestiti al consumo (4,6%) e da quella dei mutui per comprare casa (6,8%) con nuove erogazioni principalmente a tasso fisso mentre nel secondo trimestre 2022 il tasso di interesse medio sui nuovi mutui è salito al 2,3%: è uno dei focus sullo stato economico della Toscana su cui si concentra l'aggiornamento congiunturale regionale stilato dalla Banca d'Italia.

I consumi delle famiglie hanno continuato ad aumentare nella prima parte dell’anno, pur in presenza di un progressivo peggioramento del clima di fiducia e della perdita del potere di acquisto. L’indebitamento ha quindi proseguito il processo di crescita.

In generale l'economia toscana tende a una frenata, per altro già iniziata nel corso dell'estate. Dopo la sostenuta ripresa dello scorso anno, si legge nel rapporto di Banca d'Italia, nella prima parte del 2022 l’attività economica in Toscana ha continuato a crescere, sebbene siano emersi segnali di rallentamento connessi da un lato con l’aumento dei costi energetici, ascrivibile allo scoppio del conflitto in Ucraina, dall’altro con il persistere delle strozzature sulle catene di approvvigionamento.

"Per il primo semestre l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter), sviluppato dalla Banca d’Italia, stima un aumento del prodotto del 5,6% sul periodo corrispondente del 2021, sostanzialmente in linea con quello nazionale. L’indicatore del ciclo economico Regiocoin-Toscana evidenzia, già a partire dal primo trimestre, un progressivo rallentamento delle componenti di fondo dell’attività economica, la cui dinamica sul trimestre precedente si è arrestata a Giugno. In base ai dati disponibili, il quadro congiunturale si sarebbe ulteriormente deteriorato nei mesi estivi".

La salute delle imprese

La buona notizia: nonostante la maggiore incidenza dei costi, la redditività si è mantenuta favorevole e la liquidità è rimasta elevata. E' la conclusione a cui giunge Banca d'Italia nella sua disamina sullo stato di salute delle imprese. 

"Tra gennaio e settembre del 2022 - si legge nell'aggiornamento congiunturale - l’attività industriale è risultata ancora in espansione, pur mostrando segnali di indebolimento. Secondo il sondaggio condotto dalla Banca d’Italia il 58% delle aziende ha aumentato il fatturato rispetto allo stesso periodo del 2021, a fronte di un decimo che lo ha ridotto". 

L’espansione della domanda ha continuato a incidere favorevolmente sul commercio estero, con l'export in aumento del 9,9%. E: "I programmi formulati all’inizio dell’anno prevedevano una crescita molto ridotta e, in base al sondaggio congiunturale della Banca d’Italia, il saldo tra le imprese che li rivedranno al rialzo e quelle che li ridurranno è molto contenuto. Esso risulta negativo per le aziende con una maggiore incidenza di costi energetici".

Col decadere dei limiti agli spostamenti imposti dal Covid, i consumi hanno visto una ripresa che ha spinto l'attività nel terziario facendo crescere nel primo trimestre 2022 il fatturato nei 2/3 delle aziende coinvolte nel sondaggio Banca d'Italia, a fronte del circa 15% che lamenta invece una riduzione. Sprint del turismo e del settore edile, espansione delle compravendite immobiliari.

Lavoro e occupazione

Nella prima parte del 2022 l’occupazione è salita del 5,6%, recita la nota Banca d'Italia, e le forze di lavoro del 3,8%, in entrambi i casi a un ritmo superiore rispetto alla media nazionale. L’aumento delle posizioni lavorative è stato trainato dai contratti a tempo determinato e si è concentrato nei settori legati al turismo.

Cosa attende la Toscana

Le prospettive sono nel segno della frenata. Banca d'Italia nel breve termine tra vendite e investimenti mette in conto una possibile riduzione: "Nelle attese delle banche le condizioni di offerta dovrebbero essere improntate a maggiore cautela nella seconda parte dell’anno - si legge nella nota - soprattutto verso il settore produttivo. Sull’intensità del rallentamento in atto, oltre al peggioramento del clima di fiducia e alla perdita di potere d’acquisto delle famiglie, gravano gli elevati costi energetici e l’aggravio delle condizioni di finanziamento, che potranno ulteriormente frenare la crescita economica".