Che sarà dei dazi Usa? Che accadrà dopo la scadenza del 9 Luglio per l'entrata in vigore indicata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su cui l'Ue è in piena trattativa? L'incertezza e l’instabilità degli ultimi mesi hanno frenato l'export del Made in Tuscany a tavola negli Usa.
Nel primo trimestre del 2025 le esportazioni di vino, olio, formaggi, salumi, pasta e prodotti del paniere regionale hanno registrato una flessione in valore (-5,7%) scendendo sotto i 300 milioni di euro, battuta d’arresto in controtendenza rispetto al quadro nazionale (+11%).
I numeri arrivano da Coldiretti Toscana sulla base delle esportazioni nel primo trimestre dell’anno elaborate dall’Istat e presentate in occasione del Summer Fancy Food di New York, dove la Toscana è presente con i suoi cuochi contadini.
“L’incertezza è nemica delle relazioni commerciali", ha osservato Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana. "Gli importatori americani - ha argomentato - così come gli imprenditori agricoli toscani vivono in una sorta di limbo, in uno stato di congelamento, in attesa di un accordo tra Ue e Stati Uniti che non può essere rimandato oltre ma che non può nemmeno essere al ribasso. Serve un accordo giusto”.
Il mercato americano è il principale sbocco extra Ue per il tuscany food con oltre 1 miliardo di euro di valore raggiunto nel 2025. Dopo un 2024 molto positivo (25%), l’anno nuovo si è aperto con una preoccupante decelerazione che ora mette in serio pericolo i primati dell'agroalimentare toscano in un mercato strategico e fondamentale soprattutto per vino e olio che da soli valgono il 90% dell’intero valore.
Sono questi i due settori sorvegliati speciali: i primi segnali sono positivi per il vino (+2.7%) con 114 milioni di euro di valore, meno per l’olio extravergine e derivati che patiscono una contrazione del 13% con un fatturato intorno ai 150 milioni di euro, 23 milioni in meno rispetto all’anno passato.
“Per avere un bilancio più chiaro – spiega ancora Cesani - si dovranno comunque aspettare i dati di Aprile, Maggio e Giugno quando l'effetto scorte sarà sicuramente finito. E’ difficile, in questa fase, fare previsioni. Tutto dipenderà dall’accordo con gli Stati Uniti”.
Ma i dazi - fa notare Coldiretti Toscana - impattano anche cui consumatori americani, con l’aumento dell’inflazione che ne erode il potere d’acquisto, con l’indebolimento del dollaro. Se il dazio al 10% dovesse rimanere, ciò comporterebbe un aggravio di spesa per i cittadini statunitensi di quasi 800 milioni di euro, che si tradurrebbero inevitabilmente in ricadute anche sulle aziende italiane, vista la richiesta di sconti da parte degli importatori riscontrata nelle scorse settimane.
La diminuzione dei consumi si traduce inevitabilmente in prodotto invenduto per le imprese tricolori, costrette a dover cercare nuovi mercati. Il tutto senza dimenticare il pericolo falsi. Gli Usa si piazzano in testa alla classifica dei maggiori taroccatori con una produzione di tuscany sounding che ha superato i 2 miliardi in valore.