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Medici di famiglia, incentivi per gli ambulatori in aree disagiate

Accordo coi sindacati per garantire il servizio anche nelle aree maggiormente periferiche: nuova mappatura e 950mila euro annui dalla Regione

La Giunta regionale ha dato l'ok all'accordo con i principali sindacati dei medici di famiglia, ovvero Fimmg, Snami, Smi e Federazione Cisl medici, per lo stanziamento di risorse in modo da favorire la presenza di ambulatori nelle aree disagiate.

Il problema della carenza di medici nelle aree interne o più periferiche, dove le Aziende sanitarie fanno fatica a reperire professionisti per garantire sul territorio l’assistenza, è ormai annoso.

Con il nuovo accordo, però, dovrà essere aggiornata la mappatura di queste aree, ferma dal 2001, prevedendo una ridefinizione dei criteri di identificazione quali scarsa densità di popolazione, difficoltà nei trasporti o nella viabilità, aree abitate più da anziani che da giovani, piccole isole o Comuni o paesi di montagna. Per aggiornare la classificazione, le Asl hanno un mese di tempo.

L’intesa preliminare, inoltre, introduce in via sperimentale, una nuova strategia d’intervento che riguarda anche aree che, non classificate come disagiate, hanno avuto difficoltà nel servizio di medicina generale. Nel dettaglio, la Regione, per tre anni, stanzierà 950mila euro annui per incentivi economici ai medici che accetteranno di aprire l’ambulatorio in zone a carenza assistenziale prolungata.

L’accordo prevede anche che, a prescindere dagli incentivi economici previsti, le Asl si adoperino nelle zone disagiate per migliorare le condizioni lavorative e logistiche attraverso anche la stipula di specifici accordi con le istituzioni locali.