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Microfunghi minacciano le tartarughe marine

Sulle coste toscane ne sono stati individuati 32 tipi, mettono a rischio la sopravvivenza degli embrioni della Caretta Caretta

Per la prima volta sulle coste toscane sono stati identificati 32 tipi di microfunghi rischiosi per la sopravvivenza degli embrioni delle tartarughe marine Caretta caretta.
La scoperta è di un gruppo di ricercatori del dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'università di Pisa, insieme al personale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana e al responsabile scientifico dell’Associazione tartAmare. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Fungal Biology.

"La caratterizzazione molecolare dei microfunghi - spiega una nota dell'università di Pisa - ha rivelato che si tratta di specie associate al genere Fusarium, note come patogeni delle piante, alcune delle quali mai ritrovate prima nelle uova di tartarughe marine. Questa particolarità, secondo i ricercatori, svela nuovi scenari sul parassitismo fungino, aprendo la possibilità che un microrganismo sia capace di infettare componenti sia del regno vegetale sia di quello animale".

“Le tartarughe marine stanno da tempo affrontando, a livello globale, numerose sfide, tra cui la distruzione del loro habitat, l’inquinamento delle acque, si pensi alle microplastiche, e le variazioni climatiche – chiarisce Cristina Nali professoressa dell’Università di Pisa - In questo preoccupante scenario questa nuova minaccia, la fusariosi delle uova di tartaruga marina, rappresenta un’emergente malattia infettiva, in grado di attaccare le uova all’interno dei nidi e di causare la mortalità degli embrioni”.

"La Caretta caretta - termina ricordando l'ateneo pisano - è l’unica specie di tartaruga marina che nidifica lungo le coste del Mar Mediterraneo, depone le uova a terra, nella sabbia, e proprio nell’estate 2023 si è assistito a un numero record di rinvenimenti lungo le coste toscane“.