In dieci anni, in Toscana, sono raddoppiate le imprese apistiche. Lo riporta Coldiretti Toscana in occasione della Giornata mondiale delle api, che fa il punto della situazione dell'apicoltura, cresciuta in modo piuttosto omogeneo in tutta la regione.
L’apicoltura, infatti, si sta sviluppando come nessun’altra attività agricola ed è sicuramente tra le pratiche contadine amatoriali che si sta diffondendo maggiormente. Dal 2015 a oggi, gli apicoltori toscani sono passati da poco meno di 4mila a quasi 8mila, crescendo da Livorno, dove sono quadruplicati, e Siena, triplicati, fino a Firenze, Pisa, Pistoia con punte di oltre il 100% di incremento.
"Le api garantiscono la riproduzione del 75% delle colture alimentari - ha spiegato Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana - senza di loro frutta, verdura, ortaggi, legumi, la frutta le nostre tavole sarebbero vuote. Dalla loro salute dipende la nostra sicurezza alimentare. Ma il loro mondo è minacciato dai cambiamenti climatici e dagli eventi estremi, che rendono i raccolti di miele instabili, così come dall’inquinamento e da malattie e insetti come la varroa e la velutina e dal miele straniero di bassa qualità".
Il balzo in avanti è da collegare anche all’aumento costante della domanda di miele da parte dei consumatori: più di un toscano su due, secondo il sondaggio online di Coldiretti Toscana, acquista miele e prodotti per le api per curare i malanni di stagione (51%) come il mal di gola o la tosse, la stanchezza ma anche le ferite. Inoltre, quasi uno su due (41%) lo utilizza come dolcificante al posto del cucchiaino di zucchero.