La montagna della Toscana è quella in Appennino con miglior saldo migratorio, un +3,7% messo a segno tra 2019 e 2023 con un crescente numero di persone che si sono trasferite da un comune non montano a uno montano.
Il risultato è notevole, visto che alle spalle della Toscana l'Umbria che si ferma all'1,4% e il Lazio all'1,2%.
Sono alcuni numeri del Rapporto Montagne Italia presentato da Uncem ad Abbadia San Salvatore: "Un quadro importante di neopolamento - evidenzia Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - che deve portare a nuove politiche durature per le zone montane toscane".
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Uncem ha suddiviso nelle 800 pagine del Rapporto Montagna 2025 la montagna Toscana in 17 ambiti territoriali, circa le storiche e importantissime Comunità montane. Dentro ci sono 101 Comuni. La Val di Merse è quella con saldo migratorio migliore in tutta la Toscana: +14% tra 2019 e 2023.
In Amiata Val d'Orcia si è registrato invece un +3,2%. Il saldo migratorio più basso, ma comunque positivo, è quello della Garfagnana: +0,4%.
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Le economie in quota
Il tasso di occupazione in Amiata Val d'Orcia è superiore al 43%, molto oltre la media della montagna italiana ferma al 38%. Ci sono 9,5 imprese ogni 100 abitanti in Amiata Val d'Orcia, 17 nelle Colline del Fiora.
Resta bassa la percentuale di imprese cooperative in tutto l'Appennino Toscano: tema sul quale lavorare intensamente per fare filiere nuove. Diminuisce la superficie agricola e invece aumenta la superficie forestale.
In Amiata Val d'Orcia, il dato del Pil pro capite di 36mila euro è tra i massimi in Italia e il più alto nella montagna toscana.
"Chi arriva salva la demografia"
"Sul saldo migratorio basiamo nuove politiche - prosegue Bussone - ovvero la necessità di servizi e l'interazione tra chi arriva a vivere qui e chi ci vive da sempre. Questa interazione tra comunità diverse è fondamentale e tema di grande portata politica".
"Chi arriva salva di fatto la demografia delle comunità. Non sono più solo stranieri come in passato, bensì italiani. Si parla di 65mila su 100mila nuovi arrivi in Italia negli ultimi 5 anni, che portano il saldo migratorio a più 10 per mille in tutta la montagna del Paese".