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Frutti bruciati dalle gelate d'Aprile, allarme nei campi

Un mese di Marzo fra i più caldi dal 1800, poi il freddo a primavera: gran parte delle colture ne sono rimaste compromesse, kiwi in seria difficoltà

Gli effetti delle gelate su una delle piante

Prima un mese di Marzo fra i più caldi dal 1800, con un'anomalia climatica di +1,13 gradi rispetto alla media di riferimento 1991-2020. Poi le gelate d'Aprile, col freddo che ha portato neve sui crinali a Pasqua regalando panorami inediti per la stagione. Nel mezzo le colture, con gli agricoltori a lanciare l'allarme specialmente per la frutta, kiwi in testa, i cui teneri germogli sono rimasti in gran parte bruciati dal brusco calo delle temperature.

"Era primavera quando doveva essere inverno. E’ inverno quando dovrebbe essere primavera. Non c’è più una stagione e l’incubo degli agricoltori alla fine si materializza", afferma Coldiretti Toscana. 

A rimanere danneggiati sono stati specialmente i kiwi in Mugello, nel territorio di Marradi al confine fra Toscana ed Emilia-Romagna dove è compromesso l'80% della produzione, ma anche i piccoli fiori di pesche e susine. L'agenzia regionale Artea ha già aperto la procedura di segnalazione dei danni da parte delle aziende agricole, ed è stato avviato un monitoraggio diretto per fare il punto della situazione da parte della stessa Coldiretti. Da lì si capirà se sarà possibile chiedere l'attivazione di misuredi compensazioni in deroga per calamità climatiche. 

Resta l'atipicità climatica che manda in tilt fioriture e gemme: "Il caldo anomalo di questi mesi con temperature di 1,21 gradi superiori alla media storica aveva fatto risvegliare in grande anticipo molte varietà di piante ed alberi da frutto che ora si ritrovano in una condizione di grande fragilità".