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Arrivano nuovi servizi per la salute dei bambini

Teleconsulti e guardie mediche pediatriche sono oggetto di sperimentazione per 6 mesi. Particolare attenzione alle aree periferiche, tutti i dettagli

Fra sperimentazioni innovative e più collaudate, arrivano i teleconsulti e le guardie mediche pediatriche con doppio obiettivo: offrire una migliore assistenza, ma anche evitare accessi impropri al pronto soccorso che sono statisticamente più rilevanti il sabato, la domenica e nei giorni festivi o prefestivi, quando capita ugualmente che bambine e bambini si ammalino ma il proprio pediatra non è in servizio e dunque non raggiungibile.

I nuovi servizi per la salute dei bambini sono all'orizzonte. La prima sperimentazione ad essere attivata è quella che sarà operativa dall’imminente vigilia di Natale: se una famiglia con figli piccoli si rivolgerà alla guardia medica (ovvero i medici di continuità assistenziale dell'116117) quest’ultima potrà scegliere di attivare un teleconsulto di secondo livello e parlare con pediatri coordinati dal Meyer, l’ospedale dei bambini. 

“Un modo - spiega l’assessora al diritto alla salute e alle politiche sociali della Toscana, Monia Monni - per dare risposte più efficienti, efficaci e vicine ai bisogni di salute dei piccoli e alle preoccupazioni dei loro genitori”.

Dal primo Gennaio 2026 partirà anche la seconda fase del progetto sperimentale, con visite in presenza: due guardie mediche pediatriche – una per ciascuna area - entreranno infatti in servizio nell’Asl Toscana Centro e nell’Asl Toscana Nord Ovest ed altre due nell’Asl Toscana Sud Est. 

Il servizio si rivolgerà in prima battuta ai territori interni meno coperti e più disagiati. Per questo nella Sud Est le due guardie mediche opereranno a Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo e ad Abbadia San Salvatore sull’Amiata senese, nell’Asl Toscana Centro a Pescia in provincia di Pistoia e nella Nord Ovest a Barga, in Garfagnana, in provincia di Lucca.

“La risposta che abbiamo messo in campo nasce da una necessità fatta direttamente presente dalle famiglie, riunite in associazioni – spiega ancora l’assessora -. C’è stata una legge di iniziativa popolare approvata dal Consiglio regionale sul finire della passata legislatura e siamo felici di dare seguito e gambe a questa idea. Ci siamo dati sei mesi di tempo (la durata della sperimentazione) per tirare le somme, mettere bene a fuoco i bisogni e migliorare ulteriormente questo servizio”.