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Piante e animali alieni, nei fiumi toscani è boom

Arrivano da altri continenti e colonizzano gli habitat fluviali, spesso arrivando a mettere a repentaglio le specie autoctone. I rilevamenti Arpat

L'indagine riguarda la colonizzazione dei fiumi toscani

Arrivano dall'Asia, dalle Americhe come dalla Nuova Zelanda, dalle aree tropicali e neotropicali e si chiamano erba dell'alligatore piuttosto che lumaca del fango: sono piante e animali di specie aliene che colonizzano i fiumi toscani e su cui Arpat ha prodotto nei giorni scorsi i dati di monitoraggio sulla base di dati rilevati tra il 2015 e il 2021. Ebbene: i nuovi abitanti dei corsi d'acqua toscani proliferano fino divenire invasivi, mettendo a repentaglio le specie autoctone ma comunque modificando gli equilibri degli habitat e degli ecosistemi nostrani.

Specie di macroinvertebrati esotici sono state rinvenute in 58 corpi idrici su 220, mentre quanto alle piante specie vegetali esotiche hanno interessato 30 corpi idrici, la maggior parte con caratteri di forte antropizzazione.

Rimanendo al mondo vegetale, il personale Arpat ha rinvenuto 13 specie di piante acquatiche aliene nei fiumi della Toscana, spesso specie flottanti ma capaci di colonizzare anche le sponde dei fiumi. Si diffondono rapidamente, trasportate dalla corrente e si moltiplicano a grande velocità. Tra loro ci sono specie che ormai si sono naturalizzate, ma altre sono definite come invasive dagli esperti. 

Sono alieni in Toscana la Alternanthera philoxeroides (indicata spesso come erba dell'alligatore e presente, ad esempio, anche in Lazio), Azolla filiculoides (detta Azolla caroliniana Willd) e la Ludwigia peploides ssp. Montevidensis (in Italia presente anche in Lazio e più a nord in Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia). Quest'ultima si trova in Toscana almeno dal 2006, quando venne rilevata nelle acque dell'Ombrone pistoiese in prossimità del punto di immissione nell'Arno.

E gli animali? Tra i macroinvertebrati nel periodi di riferimento Arpat ha rinvenuto 10 specie esotiche di animali, tra cui le più rappresentative risultano Physella acuta e Potamopyrgus antipodorum, specie di lumache di acqua dolce provenienti rispettivamente dal Nord America e dalla Nuova Zelanda.

Questo l'ultimo censimento. E poi la prospettiva di una situazione che non migliorerà in quanto favorita dai mutamenti climatici. La presenza di specie aliene è tra le maggiori cause di compromissione della biodiversità, con un progressivo impoverimento. "Le specie aliene invasive, essendo estremamente competitive, sono favorite nel colonizzare questi habitat (quelli fluviali, ndr) - spiegano gli esperti Arpat - inoltre avendo anche un accrescimento rapido e un’elevata efficienza riproduttiva riescono a sviluppare dense formazioni entrando in competizione con le autoctone per le risorse, gli spazi, la luce fino alla scomparsa di queste ultime".