Un triste record di cetacei spiaggiati è quello registratosi nel 2024 sulle coste toscane, in particolare su quelle livornesi, con significativo aumento del fenomeno e casi più che raddoppiati nell'arco di un biennio. Ad accendere i riflettori sul fenomeno è l'Agenzia regionale di protezione ambientale (Arpat) che così anticipa le informazioni destinate a confluire nell'Annuario 2025.
"Per quanto riguarda i cetacei, nel 2024, lungo le coste toscane, sono stati ritrovati in totale 37 esemplari, quasi tutti (circa il 92%) delfini (12 stenelle, 16 tursiopi e 6 delfini non identificati), oltre a 2 grandi cetacei (1 balenottera comune e 1 capodoglio) ed una specie rara (zifio)", spiega l'Agenzia.
Il fenomeno degli spiaggiamenti è in crescita evidente e incessante: nel 2022 erano stati registrati 16 casi, saliti a 23 l'anno successivo e a 37, appunto nel 2024. La tabella qui di seguito, elaborata proprio dagli esperti dell'Arpat, mostra la progressione anche per singola specie.
[gallery(0)]
Che i delfini siano la gran parte delle vittime non stupisce, già che la loro popolazione è numericamente più consistente e anche in incremento. Al di là di questa considerazione empirica, tuttavia, spiegazioni certe per il verificarsi degli spiaggiamenti non ve ne sono.
Dove e quando
Il report messo insieme dall'Arpat rileva che la massima incidenza degli spiaggiamenti si concentra in estate: fra i mesi di Giugno e Agosto 2024 si è registrato il 32% degli eventi complessivi dell'anno.
Sotto il profilo territoriale, invece, il 70% dei cetacei spiaggiati è stato rinvenuto in provincia di Livorno, seguita da quella di Grosseto.
[gallery(1)]
Considerando invece il numero di individui trovati spiaggiati per chilometraggio costiero, la frequenza più elevata è stata registrata sulla costa versiliese, in provincia di Lucca (0,063), mentre l'asse costiero livornese si ferma allo 0,054 eventi per chilometro.
C'è un cetaceo spiaggiato: che fare
Che fare in caso di ritrovamento di un animale spiaggiato o in difficoltà o catturato accidentalmente durante una battuta di pesca? Per regola, bisogna contattare la Capitaneria di Porto (CP) al numero blu 1530 (numero gratuito e raggiungibile H24), che attiverà la Rete regionale per il recupero.
Arpat fornisce indicazioni da seguire al cospetto della carcassa, eccole:
- non toccare l’animale morto
- eseguire, se possibile, alcune fotografie del corpo intero dell’animale e dei dettagli che possono essere interessanti per determinare, ad esempio, il sesso (foto dell’area ventrale, vicino alla coda) o le cause di morte (foto di eventuali ferite, amputazioni, anomalie)
- prendere nota della data di ritrovamento, della località (comune e provincia), della dimensione approssimativa dell’animale e di alcune caratteristiche (presenza di denti o fanoni, colore, forma della pinna dorsale, altri segni particolari).