Reddito, sanità, servizi: in Toscana si vive meglio che altrove, o comunque meglio rispetto alla media italiana. E' quanto risulta dallo studio sui livelli di benessere realizzato da Istat valutando 11 domini del Bes (Benessere equo e solidale) dei territori considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta).
Ebbene: il 50,7% delle misure colloca le province toscane nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 27,3% le colloca nelle classi bassa e medio-bassa. In confronto alle altre regioni del Centro, la Toscana ha un profilo molto simile a quello delle Marche e migliore di quello del Lazio.
La città metropolitana di Firenze presenta la quota maggiore di posizionamenti nelle due classi di benessere più alte (71,9%) e la minore incidenza nelle due classi più basse (14,1%). Anche Pisa e Siena si trovano nel gruppo delle province che si trovano più spesso in posizione elevata (rispettivamente 67,2 e 57,1% nelle prime due classi).
Massa-Carrara e Grosseto sono invece le province più sfavorite della regione, con un profilo di benessere in linea con quello medio nazionale.
Il tallone d'Achille
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, diffuse debolezze si rilevano per il dominio Qualità dei servizi, nel quale si osservano anche i maggiori contrasti: il 45% degli indicatori ricade nelle classi alta e medio-alta e una quota analoga in quelle bassa e medio-bassa.
"A penalizzare questo dominio - spiega la nota rilasciata dall'Istat - è la limitata diffusione dei servizi di connessione di nuova generazione ad altissima capacità, disponibili solo per poco più della metà delle famiglie toscane residenti nelle aree coperte. Infatti nonostante la copertura della rete fissa di accesso ultra veloce a internet sia raddoppiata rispetto al 2020, la Toscana rimane nel 2023 sempre in una condizione sfavorevole rispetto ai livelli di copertura medi nazionali e ripartizionali".
Gli svantaggi più evidenti si registrano nella provincia di Livorno e in quella di Pistoia, dove dispongono di questo servizio rispettivamente il 38,9% e il 41,3% delle famiglie.
E poi c'è la questione dei posti letto ospedalieri, altro indicatore che influenza negativamente i livelli di benessere. In Toscana i posti letto negli istituti di cura pubblici e privati sono 30,3 per 10mila abitanti (32,7 e 33,5 rispettivamente in Italia e nel Centro) e quelli per specialità ad elevata assistenza sono 3,0 per 10mila abitanti (3,2 e 2,8 rispettivamente in Italia e nel Centro).
Il dato non è omogeneo: due territori che presentano carenze simili, e sono le province di Prato e Pistoia.
I punti di forza
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio Benessere economico, con livelli di benessere superiori alla media nazionale. I maggiori vantaggi in confronto all’Italia si rilevano per i due indicatori sulle condizioni economiche dei pensionati.
La Toscana ha una minore incidenza di pensionati con un basso reddito pensionistico (meno di 500 euro lordi mensile): nel 2022 questa è pari al 7,1% del totale dei pensionati, a fronte del 9,0% nel Centro e del 9,2 dell’Italia.
Il risultato peggiore è di Massa-Carrara e Lucca (8,4% in entrambi i casi). Nel 2022 in Toscana anche l’importo medio annuo pro-capite dei redditi pensionistici (21.072 euro) supera la media italiana (+760 euro), ma resta quasi 350 euro sotto quella del Centro.