Andrà avanti anche per tutto il 2026 la campagna di screening gratuito contro l'epatite C: approvando una delibera presentata in giunta dall’assessora regionale al diritto alla salute Monia Monni, la Regione ha prorogato l'iniziativa.
I test - che riguarderanno la popolazione di età compresa tra i 37 e i 57 anni, i detenuti e i soggetti in cura presso i Serd, i Servizi per le dipendenze - verranno effettuati dai medici di famiglia, presso le farmacie pubbliche e private e dalle associazioni di volontariato che si dichiareranno disponibili ad effettuarli.
L’epatite C è un’infezione del fegato causata da un virus (l’Hcv) trasmesso mediante contatto con sangue infetto. E’ pericolosa perché spesso decorre senza sintomi per anni, ma col tempo può diventare cronica ed evolvere in forme molto gravi e progressive, che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato. Invece se diagnosticata precocemente, le possibilità di guarigione sono molto elevate.
Chi non ha ricevuto la lettera di invito da parte di Ispro ma è nato tra il 1969 e il 1989 può comunque eseguire gratuitamente il test di screening.
Nel caso in cui il test risultasse positivo è necessario recarsi dal proprio medico di medicina generale per il test di conferma. Se anche quest'ultimo risultasse positivo, il cittadino sarà indirizzato al Centro specialistico di riferimento per avviare il percorso di cura che sarà a base di farmaci che vengono somministrati per via orale per 8-16 settimane e portano alla guarigione in più del 95% dei casi, senza o con minimi effetti collaterali.
"Test pungidito gratuito a esito immediato"
"Il test è assolutamente gratuito, consiste in una piccolissima puntura su un dito, il risultato è immediato e non farlo è proprio un errore”, affermano il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora regionale al diritto alla salute Monia Monni.
“Così - proseguono - continua il nostro impegno per la salvaguardia della salute dei cittadini della Toscana. Sottoporsi al test è importante per evitare di contrarre una malattia che può avere esiti molto gravi. Per questo invitiamo tutti a farlo".
"Dopo l’invio di una lettera di invito da parte dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica - sottolineano Giani e Monni - il numero di coloro che hanno fatto il test è praticamene raddoppiato. Adesso siamo a oltre 100mila, ma siamo soltanto al 10% del target".