Dei 67.633 codici identificativi (Cin) rilasciati in Toscana al 21 luglio 2025, solo 16.854 fanno capo a imprese ricettive con partita Iva: appena il 25%. Il restante 75% è rappresentato da locazioni turistiche e B&B non professionali. Il quadro è tradotto in numeri da Confcommercio Toscana, che non manca di esprimere preoccupazione per il "cambiamento strutturale, che sembra spostare il baricentro del turismo dalla produzione di valore alla semplice rendita", commenta il direttore Franco Marinoni.
Merito dell'introduzione del Cin, sottolinea, è l'emersione di un sottobosco d'offerta ricettiva per anni rimasto in una zona grigia. Ma non è solo questione di concorrenza asimmetrica tra imprese tradizionali che sostengono costi elevati e affitti brevi che operano con costi minimi e cedolare secca. Secondo Confcommercio Toscana, l’eccessiva frammentazione dell’offerta impedisce una strategia turistica unitaria, rallenta l’innovazione e svuota i centri abitati, visto che gli affitti brevi sottraggono alloggi al mercato residenziale.
In Toscana il dislivello è particolarmente pronunciato in alcune aree. Firenze, c'era da aspettarselo, conta ad esempio 10.844 affitti in appartamenti privati a fronte di 2.427 alloggi gestiti in modo imprenditoriale e 279 esercizi alberghieri.
Ma la divaricazione pronunciata ad esempio anche ad Elba e Arcipelago (4.834 host privati e 179 alberghi, oltre a 505 alloggi gestiti da imprese) o sulla Costa degli Etruschi (4.487 alloggi privati, 147 hotel e 487 abitazioni gestite in modo professionale).
La situazione è molto simile ovunque, dalla Garfagnana alla Maremma e alle città. In Versilia un altro dato particolarmente significativo: 4.909 alloggi privati, 277 hotel e 409 abitazioni gestite in modo professionale.
Ma ecco i dati completi con tutte le forme dell'ospitalità in tutti gli ambiti turistici, diffusi da Confcommercio Toscana.
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