Il programma della Regione Toscana "Vita indipendente" è pronto a diventare una legge regionale. I principi in esso contenuti, relativi alle persone con gravi disabilità, sono infatti contenuti all'interno della proposta di legge approvata dalla Giunta toscana e che, adesso, passerà al vaglio del Consiglio regionale.
La proposta, avanzata da Serena Spinelli, assessora alle Politiche sociali, formalizza ed esplicita il concetto di vita indipendente, ne indica le caratteristiche, i destinatari, le forme in cui potrà essere realizzato e, inoltre, vara un nuovo strumento, l’osservatorio della Vita indipendente, per monitorare tutte le attività connesse a questa materia.
"Si tratta di una legge - ha detto Eugenio Giani, presidente della Toscana - che ci aiuterà a tenere insieme più organicamente le normative e le disposizioni per la tutela dei diritti della persona con disabilità e a sostenere con ancora più forza le iniziative connesse alla vita indipendente, che la Regione porta avanti da tempo".
Da Marzo scorso è partita la nuova programmazione triennale di Vita indipendente con un incremento di risorse, 71,7 milioni nell’ambito del Fondo sociale europeo, con un aumento di oltre 25, e di risposte concrete: in totale, infatti, ci sono 1.807 i destinatari, oltre 650 in più rispetto al passato. Ogni persona avrà un contributo fino a 2mila euro al mese per interventi che riguardano la cura della persona, l’assistenza personale nelle attività domestiche, sul lavoro, per lo studio, e le azioni per favorire l’accessibilità.
"Più complessivamente - ha aggiunto Spinelli - questa proposta si inserisce nel lavoro di diffondere una nuova cultura della disabilità fondata sul riconoscimento dei diritti della persona, della pari dignità e delle pari opportunità. L’obiettivo è promuovere e sostenere l'inclusione, l'accessibilità per tutti, l'autonomia e la partecipazione attiva nello sviluppo sociale".
Tra le novità della legge, appunto, il varo di un osservatorio regionale per la vita indipendente, composto dal dirigente della struttura regionale competente in materia e da almeno sei rappresentanti individuati dalle associazioni competenti in materia presenti sul territorio regionale; dai tre direttori di zona, o loro delegati, uno per ciascuna area vasta, individuati dall’assessore competente; da uno dei Garanti per i diritti delle persone con disabilità, istituiti presso i Comuni, individuato da Anci.