Attualità

Trasporto sociale, un'eccellenza sregolata

Ogni anno in Toscana circa 6300 persone, anziani e disabili, usufruiscono del servizio di trasporto tra casa e ospedale. Ma manca una norma quadro

Società della salute, Usl, Comuni, Unioni dei Comuni, convenzioni tra associazioni comunali, fondazioni e consorzi. Sono una decina i soggetti che gestiscono il servizio di trasporto in Toscana. Ciascuno con le proprie modalità amministrative e stabilendo i criteri di accesso che preferisce. Un quadro che la vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi, vorrebbe regolamentare approvando una normativa regionale in grado di coniugare le peculiarità di ciascuna realtà con l'esigenza di rendere uniforma la gestione di un servizio che ogni anno assicura circa 600 mila prestazioni alla fetta più disagiata della popolazione, anziani e disabili in particolare.

Un servizio cui la Regione nel 2013 ha destinato 8,4 milioni di euro che sono serviti a finanziare le associazioni di volontariato e le cooperative che si occupano del trasporto verso i centri diurni, verso le case famiglia o verso gli ospedali di tutte le persone che non possono muoversi autonomamente. Un servizio praticamente gratuito per gli utenti, come ha certificato il primo rapporto sul trasporto sociale in Toscana, presentato nell'aula magna di Careggi a Firenze, secondo cui la compartecipazione degli utenti incide per il 4,4% del totale delle risorse impegnate.

Per il resto il rapporto ha messo in luce che a farla da padrone nella gestione amministrativa sono le Società della Salute, nel 35,4% dei casi e le Aziende Usl nel 25,3%.

Un servizio che si fonda sul lavoro del volontariato (87% dei casi), cui viene affidato direttamente il lavoro in 7 casi su 10. 

Un servizio fondamentale che, come ha sottolineato la vicepresidente Saccardi, verrà garantito anche se saranno confermati i tagli alle Regioni previsti dalla legge di stabilità. Tagli che, assicura Saccardi, non riguarderanno né la sanità né il sociale.