Cronaca

I pedofili digitali con basi in Toscana

I video con esibizioni pornografiche di minorenni trovate sul pc di un altoatesino hanno smantellato una rete criptata che operava in mezza Italia

Tutto è partito dal computer di un 47enne altoatesino trovato in possesso, il 1 febbraio 2016, di una grande quantità di foto e video pedopornografici. Si trattava di esibizioni di minorenni in pose pornografiche che l'uomo, arrestato dalla polizia di Trento, ha detto di aver scaricato da internet non riuscendo quindi a indicare le persone da cui le aveva ricevute. La sua versione dei fatti, però, non ha convinto gli investigatori della polizia delle comunicazioni che alla fine hanno scovato le prove digitali che hanno fatto venire giù l'intero castello. Sono stati loro, infatti, a scoprire un intenso utilizzo dell'applicazione Voip e una rubrica con un centinaio di contatti dislocati su tutto il territorio nazionale.

La rete, infatti, arrivava anche in Toscana toccando Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna. 

Alla fine si è composto un morboso mosaico di di conversazioni dalle quali è emersa la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minorenni. L'arrestato altoatesino era il fulcro della rete. Lui stesso, in più occasioni, si è presentato come madre di una bambina minorenne, dicendo di essere attratto sessualmente da bambini e offrendo ai suoi interlocutori, materiale pedopornografico. 

Dieci gli arrestati al termine dell'operazione.