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Troppe chiacchere, il Parlamento stoppa i virologi in tv

Un ordine del giorno annesso all'ultimo decreto chiede al governo di mettere un freno alle esternazioni sull'emergenza Covid. Ecco in quale modo

Prima o poi doveva succedere: con un ordine del giorno annesso all'ultimo decreto legge sul green pass, primo firmatario il deputato dei 5 Stelle Giorgio Trizzino, il governo è stato sollecitato dal Parlamento a mettere un freno alle innumerevoli esternazioni in tv, alla radio, sulle testate on line e sulla stampa di virologi, infettivologi, epidemiologi ed esperti di ogni ordine e specializzazione sull'emergenza Covid. 

Un fuoco di fila di dichiarazioni, spesso quotidiane e in buona parte rilasciate dietro compenso, che a volte non contribuiscono a generare informazione sull'epidemia, anche per il confine sottile che, nel caso del nuovo coronavirus, divide le effettive conoscenze scientifiche dalle opinioni, seppure autorevoli. Per non parlare del polverone di strumentalizzazioni e notizie false che sovente ne derivano, a prescindere dalla fondatezza dell'affermazione iniziale, sui social e non solo.

Risulta che il governo Draghi abbia accolto con entusiasmo la richiesta parlamentare, peraltro limitata, per evidenti ragioni sindacali, solo a coloro che lavorano per il Servizio sanitario nazionale. 

Ma in cosa dovrebbero consistere le limitazioni? A quanto pare nell'obbligo di chiedere l'autorizzazione al datore di lavoro, Asl o ospedale pubblico che sia, prima di aprire bocca davanti a un microfono. Non proprio un gran bavaglio, insomma.

"I professionisti sanitari possono fornire informazioni relative alle disposizioni sulla gestione dell'emergenza sanitaria in corso, tramite qualunque mezzo di informazione, previa esplicita autorizzazione della propria struttura sanitaria - si legge nell'ordine del giorno - per evitare di diffondere notizie o informazioni lesive per il Sistema sanitario nazionale e perciò per la salute dei cittadini".

Ovviamente la novità ha sollevato un coro unanime di proteste da parte dei destinatari del provvedimento. Ma fra la cittadinanza, potremmo scommetterci, alla fine prevarrà il sollievo.