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Truffa via sms ma i babbi toscani non ci cascano

Nel messaggio si invita il genitore a mandare un messaggio al presunto nuovo numero del figlio. Ma un dettaglio svela l'inganno

foto di repertorio

Fra le innumerevoli truffe via telefono cellulare escogitate dai malintenzionati ce n'è una in circolazione che però in Toscana non dovrebbe attecchire granchè. Il motivo è semplice. 

Le potenziali vittime devono avere una caratteristica: essere padri. Nel messaggio infatti si legge: "Ciao papà il mio telefono è rotto. Questo è il mio nuovo numero di telefono puoi mandarmi un messaggio al...". 

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E' quella parola - papà - che suona subito falsa: salvo rarissime eccezioni, il figlio di un toscano non usa certo quel termine per rivolgersi al genitore in una situazione di emergenza, bensì babbo.

Fra l'altro papà viene dal francese mentre babbo è italiano doc. Secondo la Treccani, deriva dal latino babbus, voce onomatopeica del linguaggio dei bambini (ba-ba-ba-babbo...). E' citata anche nella Divina Commedia, nel canto XXXII dell'Inferno. E visto che l'ha usata Dante, figuriamoci se i toscani, nati nella culla della lingua italiana, potranno mai preferirle un banale francesismo.

Un'ultima informazione: secondo il sito Borghiditoscana.net, oggi la parola babbo viene utilizzata in Toscana, in Romagna, in parte dell'Umbria, delle Marche e della Sardegna, nel Lazio settentrionale, a San Marino e in Corsica.