Cronaca

Maxi-truffa allo Stato sui fondi agli ippodromi

Denunciati noti imprenditori impegnati nella gestione degli impianti di Firenze, Roma e Napoli. La Finanza ha confiscato beni per 57 milioni di euro

I beni confiscati, equivalenti alle somme contestate per la truffa, sono situati in Sicilia (uno dei denunciati risiede in provincia di Siracusa) e a Firenze, Pistoia, Napoli e Roma.

Gli imprenditori denunciati avevano creato un sistema di società 'schermo' attraverso le quali riuscivano a percepire indebitamente contributi pubblici per svariati milioni di euro. Denaro che veniva poi utilizzato soprattutto per fini personali e solo in minima parte per i servizi e le attività degli ippodromi. 

La maxitruffa è andata avanti per cinque anni. 

In particolare il gruppo aggirava una norma entrata in vigore nel 2008 che obbliga gli erogatori dei finanziamenti per gli ippodromi, fra cui l'U.n.i.r.e. (Unione nazionale per l'incremento delle razze equine), a verificare che i beneficiari dei contributi pubblici siano in regola con il pagamento di tasse e contributi. Poichè le società che facevano capo agli imprenditori denunciati avevano accumulato debiti ingenti con l'Erario, erano state create una serie di società-schermo da utilizzare al posto di quelle in crisi nella procedura di assegnazione dei contributi pubblici. 

Con questo sistema, gli imprenditori denunciati hanno gestito i piu' importanti ippodromi italiani nonostante una situazione di grave dissesto finanziario e destinando agli impianti e allo sviluppo dell'attività ippica una minima parte delle somme percepite.