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Cantieri Tav, chiuse le indagini: indagati in 33

Fra questi anche l'ex presidente di Italferr Maria Rita Lorenzetti. Tra le accuse ipotizzate, traffico illecito di rifiuti, corruzione, frode e truffa

I magistrati hanno notificato l'avviso di chiusura dell'inchiesta sulla realizzazione del tunnel ferroviario e della nuova stazione sotterranea di Firenze (avviata nel 2013) anche a dirigenti del consorzio Nodavia, che si era aggiudicato l'appalto dei lavori, e a dirigenti del ministero delle infrastrutture.

Secondo quanto ipotizzato dall'accusa, la Lorenzetti (ex presidente Pd della Regione Umbria) avrebbe favorito Nodavia e Coopsette, socio di maggioranza del consorzio, mettendo a disposizione i propri contatti politici in cambio, fra l'altro, di incarichi per il marito nei lavori di ricostruzione dopo il terremoto in Emilia.

Per i pm Giulio Monferini e Gianni Tei che coordinano le indagini, e in base alle risultanze delle indagini del Ros, la fresa 'Monna Lisa' che avrebbe dovuto scavare il sottoattraversamento "non sarebbe stata idonea a svolgere il lavoro in sicurezza" perché "era stata assemblata con pezzi non originali". Anche i conci scelti come copertura delle gallerie, inoltre, sarebbero stati composti da materiali non in grado di garantire la dovuta resistenza in caso di incendio.

E se da un lato l'indagine punta a chiarire anche la vicenda delle lesioni provocate alla scuola fiorentina Ottone Rosai, dall'altro gli inquirenti vogliono fare anche piena luce sullo smaltimento delle terre di scavo, che sarebbero state declassificate da fanghi a materiale non inquinante o che sarebbero state smaltite con modalità inadeguate.