Attualità

Tute blu in corteo per le vie del centro

I metalmeccanici fiorentini chiedono alla Regione misure serie a sostegno di un settore in cui il 10% degli operai è in cassa integrazione o mobilità

"Una vicenda come quella di Esaote, con la Regione che ha finanziato progetti di innovazione e sviluppo di un'azienda che ha deciso poi di trasferire la produzione lontana da Firenze, non deve più ripetersi".

Lo ripetono all'unisono i segretari fiorentini di Fiom, Fim e Uilm, che hanno organizzato una giornata di sciopero e mobilitazione, cui hanno partecipato circa 500 persone, per chiedere alla Giunta di Enrico Rossi, politiche di investimenti pubblici più attenti a sostegno del comparto metalmeccanico, che in provincia conta circa 25 mila addetti.

Un settore che in questi anni sta soffrendo di una crisi gravissima, come testimoniano le vertenze aperte alla Targetti, alla Nuovo Pignone e alla stessa Esaote: 2000 operai metalmeccanici infatti si trovano oggi in cassa integrazione o in mobilità.

"Non c'è più tempo - ha detto il segretario della Fiom di Firenze, Daniele Calosi - la Regione deve utilizzare i fondi in arrivo dall'Unione Europea per il prossimo settennato, per rilanciare produzione e occupazione nelle aziende metalmeccaniche, vincolando questi finanziamenti al mantenimento della produzione su Firenze".

Richieste che Fiom, Film e Uilm hanno portato al consiglio regionale, dove sono stati ricevuti da una delegazione composta, tra gli altri dalle consigliere del Pd, Daniela Lastri e Vanessa Boretti