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La fretta di Cagnoni per disfarsi dei suoi beni

Nel corso della separazione, il dermatologo accusato dell'omicidio della moglie, si sarebbe disfatto dei suoi beni e fondi per un milione di euro

Matteo Cagnoni, durante la separazione dalla moglie, si sarebbe disfatto dei suoi beni cedendoli a familiari in cambio di corrispettivi non congrui o tramite donazioni. 

E' il nuovo retroscena emerso dalle indagini su Matteo Cagnoni, il 51enne dermatologo ravennate in carcere da 13 giorni a Firenze con l'accusa di avere ucciso con oltre dieci bastonate in testa sua moglie, la 39enne Giulia Ballestri, trovata senza vita in una loro villetta. 

Ieri intanto all'indagato è stata notificata l'ordinanza con la quale il gip ravennate Piervittorio Farinella, così come aveva fatto il collega di Firenze, ne ha disposto il carcere non ritenendo credibili le sue giustificazioni difensive nelle quali aveva respinto ogni addebito. 

Oltre all'omicidio e all'occultamento di cadavere, il giudice ha ravvisato anche la possibilità di contestare all'indagato la violenza sessuale in quanto la 39enne era stata lasciata seminuda e il suo nuovo compagno aveva raccontato alla polizia di sue confidenze circa rapporti sessuali pretesi dal marito. 

Secondo il Gip, a spingere Cagnoni ad uccidere la moglie potrebbe essere stata, come riferito da vari testimoni, "l'ossessione per lo sputtanamento" negli ambienti "altolocati" ravennati che poteva arrivare da quella situazione di parziale adulterio.