Attualità

Uccise la figlioletta, dona la pensione alla moglie e al figlio sopravvissuto

L'uomo soffre di una malattia psichiatrica per la quale riceve una pensione. E' accusato di omicidio volontario aggravato

Le forze dell'ordine davanti all'abitazione del delitto

Soffre di una malattia psichiatrica per la quale gli è stata riconosciuta un'indennità economica e adesso Bilal Napia - l’uomo che un anno fa pugnalò a morte la figlioletta di tre anni e mezzo - ha deciso di destinarla alla moglie e all’altro figlio che, quella mattina del 21 aprile del 2020, sopravvisse al raptus omicida del padre rifugiandosi dai vicini di casa.

Il quarantenne nativo del Bangladesh, da tempo residente a Levane dove aveva trovato lavoro presso una ditta di pulimentatura di metalli, oggi sta meglio: si trova in una struttura di Empoli che accoglie i colpevoli di reati con infermità mentale e le cure cui è stato sottoposto gli hanno permesso di riacquisire la capacità di intendere e volere.

L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto genitoriale e di tentato omicidio del primogenito e, secondo le ultime perizie psichiatriche, ora sarebbe in grado di affrontare un processo. Ma Bilal Napia non comparirà davanti alla Corte di Assise: stando sempre alle perizie mediche, l’uomo non sarebbe imputabile perché, al momento della tragedia la patologia di cui è affetto lo aveva reso incapace di rendersi conto delle sue azioni.

A questo punto la pm Laura Taddei della Procura di Arezzo ha concluso le indagini e la prossima tappa del procedimento contro  Bilal Napia sarà l‘udienza preliminare.