Attualità

Un nome, una storia, una memoria

Continua la visita nei luoghi dello sterminio nazista per gli studenti toscani del Treno della memoria. A Birkenau la commemorazione delle vittime

Il silenzio e l'immensità di questo campo di concentramento e sterminio nazista è spiazzante. Lo è per i 500 ragazzi toscani del Treno della Memoria, lo è per chiunque vi entri. Siamo nel posto dove un milione di esseri umani, ebrei, oppositori politici, rom, internati militari italiani e omosessuali hanno visto e toccato l'inferno, quell'orrore che possiamo solo immaginare. I ragazzi ascoltano, imparano, vedono le rovine delle camere a gas, dei forni crematori le foto di chi non è scampato dalla logica dello sterminio nazista e per i ragazzi, oggi niente è più come prima.

Poi il silenzio del campo viene rotto dalla voce degli studenti toscani del Treno della memoria che pronunciano, uno alla volta, il nome di un giovane, di una ragazza, di un bambino ucciso nell'inferno di Birkenau, o in pochi casi, sopravvissuto; sì perché anche i bambini sono passati dalla tremenda realtà dei campi di sterminio, sistemati nella baracca di mattoncini rossi dove alcuni prigionieri hanno fatto dei disegni,  una scuola, dei bambini in fila che giocano, forse per rendere più tollerabile la vita all'interno del lager per i più piccoli. Come Andra e Tatiana Bucci, due sorelle deportate a soli 6 e 4 anni, arrivate a Birkenau il 4 aprile del 44. Andra e Tatiana indicano il punto dove era la loro baracca, e ora sono qui, cosa non scontata perché essere bambini a Birkenau voleva dire non sopravvivere, in nessun caso. 

Poi il lungo corteo dei giovani toscani al Monumento alle vittime di Auschwitz Birkenau,la lettura dei nomi, il saluto dell'assessore regionale Anna Rita Bramerini, le preghiere in romanè, italiano ed ebraico. Un viaggio nella memoria contro quei fenomeni di intolleranza e razzismo.