Cronaca

Turni massacranti in fabbrica e botte agli operai

La guardia di finanza ha eseguito due arresti per sfruttamento lavorativo ed evasione fiscale, oltre ad alcune denunce e sequestro di beni

L'operazione è stata messa a segno dalla Guardia di Finanza

In quell'azienda di pelletteria gli operai erano sottoposti a turni massacranti, anche 12 ore, 6 giorni a settimana. Niente riposi né ferie, alloggio in dormitori funzionali al luogo di produzione, sicurezza nei macchinari incerta. La paga? In media 800 euro. E al minimo sgarro, ecco le botte con schiaffi e cinghiate. La ricostruzione giunge dalla guardia di finanza di Prato che, col suo nucleo di polizia economico finanziaria, è arrivata ad arrestare per questi fatti due persone con l'accusa di sfruttamento lavorativo ed evasione fiscale, denunciando per concorso nel reato due amministratori di un'azienda committente del fiorentino e sequestrando beni per ingenti importi.

Le indagini, coordinate dalla procura di Prato, sono scaturite dalla denuncia presentata alle Fiamme Gialle tramite la Camera del lavoro della Cgil da tre uomini che lamentavano le condizioni di degrado e di sfruttamento in cui erano costretti quali operai di una pelletteria di Poggio a Caiano. Benché intestata ad altra persona, la ditta è risultata di fatto gestita da una coppia di coniugi inquadrati quali dipendenti. I due sono risultati aver operato precedentemente, in una sorta di continuità aziendale, attraverso altre imprese dislocate nel medesimo immobile, una subentrata all'altra con nuova denominazione e partita Iva.

Dalle indagini sono emersi in danno di almeno 18 extracomunitari occupati in tempi diversi, in prevalenza di nazionalità cinese, gli estremi per integrare sfruttamento lavorativo che aveva come apice le punizioni corporali inflitte in caso di imperfetta esecuzione delle mansioni, inerenti la realizzazione di borse e accessori per conto terzi. Da quest'ultima evidenza è scaturita la denuncia a piede libero degli altri due imprenditori, oltre che dell'intestataria dell'azienda poggese.

Le Fiamme Gialle hanno poi dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Prato, su richiesta della procura, finalizzato alla confisca del profitto del reato di evasione fiscale per un importo complessivo pari a circa 902mila euro, corrispondente al totale delle imposte sottratte all'erario. Il sequestro ha riguardato denaro contante e beni riconducibili alla coppia di cinesi, tra cui una villa ed un terreno. Sono stati eseguiti anche sequestri di macchinari.