Attualità

Il genio di Mauro e Maurizio viaggia verso il Sole

Due ricercatori valdarnesi hanno lavorato a Metis, il sofisticato strumento utilizzato a bordo della sonda 'Solar Orbiter' della missione Esa - Nasa

Mauro e Maurizio, due giovani valdarnesi dallo sguardo pulito e con la testa sulle spalle: anzi con la testa tra le stelle. E non solo perché sono molto attivi nel gruppo locale di astrofili, ma anche e soprattutto per via della loro professione. Entrambi fanno parte del gruppo di Fisica Solare dallo spazio, del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Firenze.

Maurizio Pancrazzi, di Figline, è ricercatore impegnato nella caratterizzazione di sistemi per imaging, sviluppo software e analisi di dati.

Mauro Focardi, di Rignano sull’Arno, si occupa della ricerca sui rivelatori ed elettronica di lettura, sistemi elettronici per satelliti.

Proprio in virtù di queste loro specializzazioni Maurizio e Mauro hanno fatto parte del team che ha realizzato “Metis”, il coronografo che ora viaggia a bordo della sonda Solar Orbiter, lanciata il 5 febbraio scorso, nell’ambito della missione Esa/Nasa.

“Metis è il primo coronografo a misurare l’emissione ultravioletta dell’idrogeno nella corona solare simultaneamente l’emissione in banda visibile con una risoluzione spaziale e temporale mai raggiunta da un coronografo sia spaziale sia terrestre” spiega Marco Romoli, dell’Università di Firenze, responsabile scientifico di Metis.

Intanto la missione Solar Orbiter ha già regalato agli scienziati qualcosa di inedito. All’inizio del suo lungo viaggio la sonda ha potuto fotografare dettagliatamente la superficie solare, come mai prima d'ora. Quando Solar Orbiter si trovava a 77 milioni di chilometri dal Sole, circa a metà della distanza che separa il Sole dalla Terra, ha utilizzato il suo strumento Extreme Ultraviolet Imager per iniziare a studiarne la superficie. Così ha scoperto i cosiddetti “campfires”, nome che richiama i falò dei bivacchi. In realtà sono complesse strutture, dei brillamenti solari che avvengono sulla superficie della nostra stella. Il nome che rimanda ai piccoli fornelli a gas dei campeggiatori, non inganni. In realtà i campfires sono grandi eruzioni solari, anche se di minore portata rispetto a quelle già note e gigantesche che addirittura possono disturbare le nostre comunicazioni radio e satellitari.