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Jalal trasferito in un carcere d'alta sicurezza

Il giovane ponsacchino di origini marocchine arrestato per istigazione alla jihad non sii trova più al Don Bosco. Venerdì deporrà in tribunale

Jalal il giorno dell'arresto a Ponsacco

Dal carcere Don Bosco di Pisa al circuito alta sicurezza del carcere di Prato. Jalal El Hanaoui, il ragazzo di 26 anni di origini marocchine ma residente a Ponsacco arrestato nel giugno scorso con l'accusa di istigare alla jihadsu Facebook, è stato trasferito lo scorso sabato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Trasferimento giutno alla vigilia dell'udienza in corte d'assise fissata per venerdì 15 aprile, durante la quale è in programma la sua deposizione.

"E' un provvedimento che, allo stato, non ha alcuna giustificazione e non risponde ad alcuna logica - ha affermato il suo avvocato difensore Marco Meoli - che prende corpo dopo mesi di reclusione durante i quali Jalal ha tenuto un comportamento esemplare, non ha mai creato problemi né al personale penitenziario, né agli altri detenuti. Anzi - ha aggiunto il legale -, recentemente si era iscritto a corsi di musica e partecipava serenamente alle attività previste in regime di detenzione".

Secondo Meoli, "si tratta di una scelta che che impone un'inaspettata, improvvisa, limitazione alle possibilità di difesa nell'attesa della prossima udienza fissata per venerdì".

Durante l'ultima udienza c'era stato una sorta di battibecco tra il giudice e il pm riguardo alla testimonianza di un agente di polizia citato come teste dall'accusa e giudicata lacunosa da parte del presidente della corte d'assise.