Cronaca

Uccisa da un melanoma, condannato il chirurgo

E' arrivata fino in Cassazione la vicenda processuale che ha coinvolto un professionista della Valdera per la morte di una ventenne

L'ospedale Lotti di Pontedera

La Suprema Corte ha confermato la pena di otto mesi per omicidio colposo, già emessa dal tribunale di Pisa, per un medico che all'epoca dei fatti lavorava all'ospedale Lotti di Pontedera, colpevole, secondo i giudici, di avere sottovalutato le conseguenze di un neo tolto dalla schiena della ragazza nell'estate del 2009.

In realtà, infatti, dopo l'asportazione, non fu prescritto nè l'esame istologico, nè la visita di controllo e, pochi mesi dopo, la ragazza, una ventenne di Ponsacco, cominciò a stare male fino a ricevere la diagnosi di un melanoma in metastasi.

Poco tempo dopo la giovane, nonostante due operazioni e le cure, morì.

Da qui la denuncia e il conseguente processo, che ha portato anche ad un risarcimento alla famiglia di 1,2 milioni di euro.

La Cassazione ha riconosciuto la colpa del medico: la ragazza in sostanza poteva essere curata in tempo, o con un maggior lasso di tempo, se fosse stato disposto l'esame istologico su quel neo killer.